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Rolling Stones, Ronnie Wood e lo stato di salute della band: “Alcool, droga ed eccessi. Nulla può fermarci, siamo indistruttibili”

Il chitarrista racconta il suo passato, tra droga, sesso e rock ‘n’ roll

Rolling Stones, Ronnie Wood e lo stato di salute della band: “Alcool, droga ed eccessi. Nulla può fermarci, siamo indistruttibili”

14/11/2019

I Rolling Stone sono riconosciuti come una delle band più longeve della storia, non solo per la loro carriera, ma anche per l’incredibile tempra dei componenti. Più o meno tutti loro, infatti, hanno vissuto una vita oltre ogni limite e all’insegna degli eccessi, fedeli al mantra comune a tanti musicisti, ossia “sesso, droga e rock ‘n’ roll”.

In una nuova intervista per il Daily Mail, il chitarrista Ronnie Wood racconta proprio il passato degli Stones, senza omettere nulla. Nella sua vita il sesso, la droga e il rock sono stati protagonisti per molto tempo, ma poi è riuscito a uscirne, si è ripulito, ha sposato la produttrice teatrale Sally, e oggi, a 72 anni, guarda indietro senza rimpianti ma soprattutto non ha alcuna intenzione di fermarsi: ha appena completato un tour con la band, ha realizzato un album solista, Mad Lad, suo personale tributo a Chuck Berry, e poi anche un documentario, insieme al regista Mike Figgis, dal titolo Somebody Up There Likes Me.

Non riesco a credere di essere ancora qui”, ha detto nell’intervista, riferendosi all’intervento subito due anni fa per rimuovere un cancro ai polmoni. “Cocaina, eroina, alcol, non mi sono fatto mancare niente – ha scherzato – eppure sono le sigarette la droga che è più difficile abbandonare. Sono arrivato fino al bordo del precipizio, ho guardato giù ma non mi sono lasciato cadere. Anche nei miei giorni più folli sapevo quando fermarmi perché dentro di me pensavo ‘Voglio ancora fare questo e questo, e non potrò se continuo così'”. Il musicista ammette di aver sempre avuto una propensione per il rischio, per spingersi oltre il limite, perché è qualcosa che gli dà piacere; l’alcool e la droga, inoltre, lo aiutavano a sentirsi più sicuro sul palco, dove riusciva a non sbagliare neanche una nota: “Tutto questo aveva un effetto sulla musica, faceva tutto parte del gioco, era il viaggio da fare – ha spiegato – dovevi passarci per forza per farne parte. Poi ho incontrato Sally e non è stato per lei che ho dovuto smettere, ma è stato per lei che ho voluto smettere”.

Ronnie Wood è riuscito a fermarsi in tempo; tanti suoi amici e colleghi, invece, non sono riusciti a uscirne e hanno fatto una brutta fine, come ad esempio il batterista degli Who, Keith Moon, la cui scomparsa colpì molto anche gli Stones: “Ma non la considerammo una tragedia, pensammo che fosse semplicemente inevitabile – ha spiegato – lo stesso Pete Townshend era furioso perché sapeva che Keith era stato un idiota ad abusare così delle droghe. Questo per spiegare che, anche nel bel mezzo della follia, una persona sa ciò che lo porterà a fondo”. 

C’è da dire, però, che è anche questione di genetica e forse anche di fortuna. Nel già citato documentario gli stessi Keith Richards e Ronnie Wood ammettono di avere una salute di ferro, considerando che, al contrario di tanti loro colleghi, appunto, loro sono sopravvissuti ad anni e anni di dipendenze. Ecco perché ormai si considerano indistruttibili e non si sono minimamente preoccupati quando, nel marzo scorso, Mick Jagger ha dovuto sottoporsi a un delicato intervento chirurgico alla valvola aortica. “Preoccupato? Per Mick? No, non lo ero affatto – ha sottolineato Wood – ci ha chiamato nella sua camera d’albergo e ci ha detto cosa gli stava succedendo, e in quel momento siamo rimasti un po’ sorpresi. Ma a seguirlo era il bravissimo dottore che ha supervisionato anche la mia operazione, quindi anche per questo ero sicuro che se la sarebbe cavata. Io, Sally, Keith e sua moglie Patti siamo andati alle Isole Turks e Caicos con i ragazzi e abbiamo mandato a Mick dei video in cui cantavamo e scherzavamo per farlo sorridere. Avevo una completa fiducia in lui, così come nel dottore”.

La fiducia di Wood, a quanto pare, era ben riposta, visto che tutto è andato bene e poche settimane dopo Jagger era di nuovo sul palco a cantare e scatenarsi davanti al suo pubblico. Alla fine, ciascun componente dei Rolling Stones ha affrontato una malattia più o meno grave, ma tutti se la sono sempre cavata: Charlie Watts nel 2004 ha avuto il cancro alla gola; Keith Richards si è dovuto operare al cervello nel 2006; Ronnie Wood, come anticipato, ha avuto il cancro ai polmoni, mentre Mick Jagger, l’ultimo in ordine di tempo, quest’anno ha avuto il problema al cuore di cui si è parlato. “Sarà che siamo tutti figli della guerra – commenta in proposito il chitarrista – probabilmente le privazioni, il razionamento di cibo che abbiamo vissuto e cose di questo genere ci hanno conferito questa costituzione di ferro. Nulla può fermarci. Sopravvive il più forte. E noi non smettiamo mai di ‘rotolare’”. E chi ama i Rolling Stones, si augura che questa incredibile forza che li contraddistingue consenta loro di continuare a regalarci musica e concerti ancora per molto tempo.

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