Rock News
21/04/2022
Nell’estate del 1991 i Red Hot Chili Peppers sono nel momento di svolta decisivo della loro carriera. Con il loro quarto album Mother’s Milk uscito nell’agosto di due anni prima sono entrati nella classifica Billboard 200 al numero 52, hanno vinto un disco d’oro e hanno integrato nel loro sound la ritmica del batterista Chad Smith e il groove della chitarra di John Frusciante (che hanno sostituito Jack Irons e Hillel Slovak), ma non possono immaginare quello che sta per accadere. I critici americani scrivono di Mother’s Milk: ”Cambia il corso delle cose e li trasforma da una band funk-rock con un cantante che rappa ai cattivi ragazzi del mainstream, apparentemente senza troppo sforzo.”
Tutto inizia quando Rick Rubin, il nuovo produttore scelto dalla band al posto di Michael Beinhorm (che voleva un suono più metal da Frusciante dei testi più radiofonici da Anthony Kiedis) ha l’intuizione geniale di portare la band a registrare in un luogo magico, The Mansion, una villa del 1918 al numero 2451 di Laurel Canyon Boulevard in cui ha abitato l’attore Errol Flynn e che si diceva fosse la casa del mago Harry Houdini (che in realtà viveva al numero 2400).
La band sistema gli strumenti nelle sale della villa, Anthony Kiedis registra le sue parti vocali in una sala al primo piano, Flea dice di aver visto dei fantasmi fare sesso in corridoio, Frusciante scrive pezzi in continuazione, si chiudono a vivere e registrare per 30 giorni nella villa (tranne Chad Smith che torna a casa a dormire perché ha paura dei fantasmi) e il risultato è Blood Sugar Sex Magik, uno degli album definitivi degli anni 90 (esce lo stesso giorno di Nevermind dei Nirvana), numero tre in classifica in America.
Durante le session di Blood Sugar Sex Magik, la band decide di aprire le porte di The Mansion al regista Gavin Bowden che realizza un documentario intitolato Funky Monks. Sessanta minuti di interviste con la band, Rick Rubin e il loro storico manager Lindy Goetz (che li ha scoperti nel 1983 al Kit Kat Club di Los Angeles) e bellissime immagini in bianco della band che scrive, prova e registra in studio le canzoni che la lanciano al successo, da Under the Bridge a Give it Away a Suck My Kiss. Il momento più esplosivo è Breaking the Girl, il brano in cui i Red Hot Chili Peppers abbattono definitivamente le barriere tra i generi e fanno un salto in avanti rispetto al punk-funk immergendosi nella psichedelia e nella sperimentazione. Funky Monks è stato inserito nella lista dei documentari musicali più belli di sempre, e una delle ragioni è il finale di Breaking the Girl, in cui Flea, Anthony Kiedis e Chad Smith accompagnano la chitarra acustica a dodici corde di John Frusciante suonando pezzi di metallo, tubi e lattine e sbattendo oggetti di ogni tipo per terra per creare un suono percussivo travolgente, che trasforma il pezzo in uno dei brani simbolo dell’energia dei Red Hot Chili Peppers.
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