Distrutta come poche altre città per un elevato numero di volte, vuoi per terremoti o attacchi alieni o disgrazie varie, a seminare il panico a New York City è questa volta un mostro che impazza tra i grattacieli di Manhattan seminando il panico tra gli abitanti e buttando giù un bel po' di calcinacci.
Testimoni della catastrofe un gruppo di amici, inizialmente intenti a festeggiare la promozione di uno di loro ad un'alta carica dirigenziale, poi impegnati a salvarsi la pelle in una disperata fuga verso la salvezza…
Solito film catastrofico, questo Cloverfield, record di incassi in America e quasi sicuramente anche in Italia? Sì e no.
Chi ama il genere sarà soddisfatto per la presenza di palazzi distrutti, scene ad alto impatto emotivo (la decapitazione della Statua Libertà su tutte…) e un susseguirsi di eventi che lasciano pochi attimi di tregua.
Eppure, si farebbe torto all'opera nel negarle una forte dose di originalità o nel classificarla come un mero action: la realizzazione, simile a quella di The Blair Witch Project (lo spettatore vede attraverso le riprese di una telecamerina di uno dei protagonisti in fuga), è non solo originale, ma anche efficace nel creare quell'effetto realtà di solito estraneo ai film di questo filone.
Dopo il passo falso di Mission Impossibile III (quanto colpa sua e quanto di Tom Cruise?), J.J. Abrams torna al cinema producendo una pellicola decisamente innovativa e stimolante che non ha nulla da invidiare alle sue ben più note opere televisive, Alias e Lost su tutte.
Ennesima conferma del teorema secondo il quale ormai non solo i grandi cineasti possono fare ottima tv (vedi Lynch e Twin Peaks), ma che anche gli uomini del piccolo schermo possono portare nella sale prodotti di prima qualità.
Luca Restivo