Quando nel 2003 nel bel mezzo della registrazione di "Think Thank” Graham Coxon lascio la band dopo l'ennesima lite con Damon Albarn milioni di fan in tutto il mondo tremarono.
Uno dei gruppi più geniali e innovativi degli anni Novanta sembrava essere arrivato a fine corsa a causa di gelosie e incomprensioni. E invece niente di più sbagliato.
Quello che è certo è che si tratta di un evento. Sì perché poche band come i Blur sono state capaci di rappresentare così bene un periodo, gli anni Novanta, come loro.
Considerati, alla pari degli Oasis, i padri del britpop devono il loro successo a linee melodiche capaci di prendere il meglio di XTC, Beatles, Kinks miscelandole con una sensibilità artistica nettamente superiore a quella dei fratelli Gallagher.
"The Great Escape” (1995) e "Parklife” (1994) sono sicuramente i lavori più importanti dei Blur, i due dischi che ne caratterizzano al meglio l'attitudine, il sound ricercato e i testi sempre impregnati di una feroce ironia.
Capolavori che con gli anni diventeranno dei veri e propri ‘classici'. Ora Damon Albarn, Graham Coxon, Alex James e Dave Rowntree sono tornati e speriamo non cambino più idea.
Guarda il video delle prove di "Song 2”
Leggi la scaletta del concerto al Goldsmith's College del 22/06
'She's So High'
'Girls And Boys'
'Tracy Jacks'
'There's No Other Way'
'Jubilee'
'Badhead'
'Beetlebum'
'Out Of Time'
'Trimm Trabb'
'Coffee And TV'
'Tender'
'Country House'
'Oily Water'
'Chemical World'
'Sunday Sunday'
'Parklife'
'End Of A Century'
'To The End'
'This Is A Low'
'Popscene'
'Advert'
'Song 2'
'For Tomorrow'
'The Universal'