Rock News
08/10/2019
Il 2 luglio del 2005, nell’ambito della serie di concerti a scopo benefico Live 8, i Pink Floyd si esibirono per l’ultima volta tutti insieme. Oggi Nick Mason torna a parlare di quello show, forse anche con un pizzico di nostalgia: “Non abbiamo pensato che fosse davvero l’ultimo concerto della band al completo – ha spiegato in un’intervista per Eon Music – perché non puoi mai sapere cosa potrebbe succedere. Curiosamente, io ho pensato che ci sarebbero state altre occasioni come quella perché un evento come il Live 8 ha dimostrato che quello è davvero un ottimo modo per risvegliare le coscienze e per raccogliere fondi. Per questo ho pensato che forse gli organizzatori avrebbero deciso di realizzare eventi di quel genere più spesso. Ma il problema è che è davvero difficile fare cose di questo tipo e infatti non è mai più stato organizzato un evento simile”.
Nel 2008 è scomparso Richard Wright e oggi quel concerto assume un significato ancora più profondo perché appare come una sorta di saluto al pubblico da parte dei Pink Floyd con la formazione originaria al completo, fatta eccezione, ovviamente, per Syd Barrett. “Ho sempre pensato che quel nostro ultimo show sia stato uno dei migliori della nostra carriera – ha continuato Nick Mason – semplicemente perché tutti sapevano che c’era una sorta di guerra in atto (quella tra Roger Waters e David Gilmour ndr) ma, nonostante questo, tutti abbiamo pensato ‘Sai cosa? Questo evento è molto più importante delle divergenze di opinione, della band, della musica e di qualsiasi altra cosa’. E io penso che questa sia stata una bella prova di maturità”.
In seguito, durante l’intervista, Nick Mason è tornato a parlare di uno degli album più belli e più amati dei Pink Floyd, ovvero The Dark Side of the Moon, disco del quale il batterista è andato sempre molto fiero, anche per quanto riguarda il suo lavoro personale nei vari pezzi. In passato spesso, infatti, scherzando ha definito “eccellenti” le parti di batteria di questo disco. “Sapevamo che era un ottimo disco ma questo non vuol dire che ci aspettassimo le vendite che poi ci sono state – ha spiegato - quando non faccio lo spiritoso a proposito della batteria, penso che sia stato un disco interessante per il momento in cui è stato realizzato. Penso che i suoi punti di forza siano i testi, il mixaggio, anche il fatto che sia stato registrato negli Abbey Road Studios e il lavoro della copertina realizzato da Hipgnosis”.
E questi sono, secondo Nick Mason, solo alcuni dei motivi del successo di The Dark Side of the Moon: “È stato anche merito del lavoro del nuovo presidente della Capitol Records, Bhaskar Moon. Senza di lui non sarebbe stata la stessa cosa – ha sottolineato il batterista – perché hai bisogno di tutti i tasselli per poter realizzare un album di quel tipo, è questo il punto. Hai bisogno di un’etichetta discografica che stia dalla tua parte e che capisca cosa bisogna fare. Hai bisogno dei grafici, della musica, della tecnologia. Non servono poi grandi cose, ne bastano almeno cinque”.
Infine, al Nick Mason è stato chiesto se considera Another Brick in the Wall, Part 2 come una canzone disco: “Certo che lo è! – ha risposto – è stata pensata proprio in questo modo e così è stata realizzata. Il produttore Bob Ezrin è stato molto, molto specifico a proposito del tempo esatto che avremmo dovuto usare, ed era di 118 battiti al minuto”.
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