Rock News
31/05/2019
L’ex batterista dei Police, Stewart Copeland, sta per pubblicare un documentario dal titolo Everyone Stares: l’opera contiene filmati risalenti al periodo della carriera con la band, oltre che interviste allo stesso batterista e anche al chitarrista Andy Summers, realizzate appositamente per questo motivo.
Proprio in occasione della realizzazione di questo documentario, Copeland è tornato a parlare dei Police e ha voluto sfatare quello che secondo lui è solo un “enorme mito”: si è sempre detto che i componenti della band non fossero in realtà amici, anzi, che quasi non si sopportassero, ma il batterista ha negato spiegando che a volte hanno semplicemente avuto delle discussioni in fase creativa, come capita in fondo a tanti gruppi musicali.
“Certo che ci piacevamo, ci siamo sempre piaciuti – ha spiegato Copeland in un’intervista per Billboard – ci sono state tensioni a livello creativo, ma il rapporto tra tutti noi era ed è sempre stato forte. Ci siamo sempre trovati bene insieme e ancora oggi è così”.
Per Copeland la reunion del 2007 li ha fatti in un certo senso ritrovare e si sono sentiti di nuovo come una “famiglia felice”; tuttavia, dopo quell’esperienza nessuno di loro ha più sentito il bisogno di riunirsi di nuovo. “Adesso è così bello frequentarci senza dover parlare di questo, siamo come fratelli – ha detto ancora il musicista – il problema è che, sebbene siamo molto orgogliosi della musica che abbiamo fatto e dell’impatto che ha avuto la nostra band, era tutto molto difficile. La musica che adesso ciascuno di noi fa nel proprio mondo è meravigliosa e gratificante. Ormai sappiamo – ha concluso – che se ci riuniamo in una sala prove tutti insieme finiamo per urlarci contro, e io invece preferisco ridere”.
Realizzare Everyone Stares per Copeland ha rappresentato un’occasione per rivedersi anche con Sting e per ridere insieme dei tempi passati. Il batterista ha spiegato che questo documentario mostra la verità sul rapporto tra i componenti dei Police: “Ci sono alcune scene in cui andiamo a fare interviste alla radio, poi prendiamo la macchina e andiamo da un’altra parte, insomma potete vedere come vivevamo le nostre giornate, divertendoci – ha spiegato Copeland – c’è un pezzo in cui siamo nella sala di una radio a dire cavolate, mentre in un altro balliamo nei camerini. Non è altro che la storia di tre ragazzi che si sono semplicemente trovati mentre questa incredibile navicella spaziale era in viaggio”.
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