Rock News
19/10/2023
Nel mondo del rock americano, sempre più musicisti stanno parlando in modo sincero di salute mentale e dipendenza, cambiando in un certo senso l’immaginario trasgressivo e decadente legato alle rockstar per promuovere la consapevolezza e il dialogo sul tema. Dopo Tommy Lee dei Motley Crue, che ha raccontato i problemi con l’alcol (“Bevevo due galloni di vodka al giorno”), Duff McKagan dei Guns n' Roses ha voluto condividere la sua lunga battaglia contro ansia e depressione, iniziata durante l’adolescenza a Seattle. “Gli attacchi di panico e i problemi mentali non nascono dall’essere semplicemente annoiati e disillusi dalla vita, sono una condizione di disequlibrio chimico che ti ribalta completamente”.
Duff McKagan ha raccontato la prima volta in cui ha avuto un attacco di panico: “Avevo sedici anni, e ho avuto la sensazione che il terreno sotto i miei piedi sprofondasse di tre metri. Sembrava un terremoto”. La soluzione che ha trovato al tempo, in un periodo in cui non era facile parlare apertamente di problemi mentali nell’industria discografica, è stata quella di provare a dimenticare tutto con alcol e droghe.
Un corto circuito rischioso e drammatico, che negli anni 90 ha portato in una spirale di autodistruzione alcuni dei migliori talenti della generazione di Duff McKagan come Layne Staley degli Alice in Chains e Kurt Cobain. “Non se ne parlava mai, nessuno lo faceva. Non sapevo neanche con chi affrontare il discorso, pensavo solo di essere impazzito”. Il rock americano nei primi anni 90 è fatto di ostentazione, decadenza, culto della personalità, un sistema di valori che schiaccia la sensibilità di alcuni artisti: “Non ho mai voluto essere una rockstar macho, volevo solo diventare un grande musicista e i musicisti sono persone sensibili. Non era mia intenzione neanche diventare dipendente da droga e alcol, non c’è niente di affascinante. Sono stato fortunato a sopravvivere”.
Gli anni 90 sono passati, ma il problema della salute mentale e delle dipendenze dei musicisti è rimasto. Duff McKagan ha perso altri amici, da Scott Weiland degli Stone Temple Pilots (con cui ha suonato nel progetto Velvet Revolver) a Taylor Hawkins dei Foo Fighters. “Dopo aver visto tanti musicisti morire, ho iniziato a pensare di essere qui per una ragione” ha detto, “Se posso dare il mio contributo per aiutare a diffondere consapevolezza sul tema della salute mentale, sono pronto a farlo”.
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