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KISS, Paul Stanley svela il suo album preferito degli AC/DC (ed è una vera sorpresa)

"L’energia che Angus Young metteva nel suo modo di suonare la chitarra mi ha mandato fuori di testa"

KISS, Paul Stanley svela il suo album preferito degli AC/DC (ed è una vera sorpresa)

27/07/2023

Il 5 settembre esce in America un libro che raccoglie interviste e dichiarazioni dei più grandi cantanti rock di tutti i tempi, che racconta lo strumento più importante, definitivo e caratteristico del rock, ma di cui si parla poco, la voce. Si intitola “The Singers Tak: The Greatest Singers of Our Time Discuss the One Thing They’re Never Asked About: Their Voice” e contiene le parole e le riflessioni di giganti come Roger Daltrey, Bruce Springsteen, Ozzy Osbourne, Joe Elliott, Joan Jett, Brian Johnson, Michael Stipe, Stevie Nicks, Rod Stewart, Chrissie Hynde, Robert Smith, Nick Cave e molti altri. «Un libro che getta uno sguardo accattivante sulla dura preparazione e l’energia emotiva necessaria per uscire sul palco e cantare in un microfono» si legge nella presentazione del libro.

C’è anche Paul Stanley dei Kiss che ha parlato della sua passione per gli AC/DC e di quanto la band di Malcolm e Angus Young abbia influenzato lo stile e l’atteggiamento dei Kiss fin dall’inizio della loro carriera: «Sono sempre stati i numeri uno» dice il cantante che ha fondato i Kiss con Gene Simmons nel 1973, «Li ho visti dal vivo al Whisky a Go Go di Los Angeles, più o meno a metà degli anni 70. Erano grezzi e coraggiosi e il livello di adrenalina era davvero folle. L’energia che Angus Young metteva nel suo modo di suonare la chitarra mi ha mandato fuori di testa».

Come tutti i fan degli AC/DC, anche Paul Stanley era curioso di vedere cosa sarebbe successo alla band dopo la tragica scomparsa del loro strepitoso cantante Bon Scott, morto il 19 febbraio 1980 poco dopo l’uscita dell’album Highway to Hell che nel 1979 li ha lanciati al successo.

«Quando hanno scelto Brian Johnson come cantante ero curioso di vedere che impatto avrebbe avuto sulla band e sulla chimica così potente che avevano creato con Bon Scott». Il risultato è il settimo album Back in Black, registrato a Nassau alle Bahamas con il produttore Robert “Mutt” Lang, mixato agli Electric Lady Studios di New York e pubblicato il 25 luglio 1980, che diventa un successo senza precedenti nella storia del rock con oltre 50 milioni di copie vendute nel mondo e viene lanciato da un tour che dura un anno e trasforma gli AC/DC in una band da stadio.

Paul Stanley ha definito Back in Black: «Monumentale. Quando ho sentito per la prima volta l’intro del primo brano Hells Bells mi ha colpito come quando ho ascoltato per la prima volta i Black Sabbath». L’album segna una svolta fondamentale per gli AC/DC, non solo per l’arrivo di Brian Johnson che viene chiamato all’ultimo in studio alle Bahamas e mette tutto sé stesso in ognuna delle dieci tracce, ma anche per la potenza del suono creata da Malcolm e Angus Young insieme al batterista Phil Rudd e al bassista Cliff Williams. «Hanno ripulito il loro modo di suonare, ma sono riusciti ad andare avanti ed evolversi sulla base di quanto avevano costruito fino a quel momento» ha detto Paul Stanley, «La semplicità grezza e la determinazione che avevano agli inizi della loro carriera è stata sostituita da un suono gigantesco, sovraccarico di energia e trascinante. Era geniale. Credo che quello che hanno guadagnato abbia di gran lunga superato quello che hanno perso».

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