Red Hot Chili Peppers, Flea: "Anthony Kiedis non si considera un vero musicista"

Anthony Kiedis ha partecipato al podcast di Flea, This Little Light, in cui il bassista dei Red Hot Chili Peppers esplora e discute con gli artisti l’origine della loro ispirazione e gli obiettivi che si sono dati. Un’intervista surreale e divertente, considerando che Flea e Anthony Kiedis si conoscono dai tempi del liceo alla Fairfax High School di Los Angeles e hanno formato la band insieme nel 1981: «Avevamo le lacrime agli occhi dal ridere, perché non avevamo mai parlato di certe cose in questo modo» ha detto Flea al Los Angeles Times. Uno degli argomenti che hanno affrontato è una questione che da sempre accompagna i Red Hot Chili Peppers, le qualità di Anthony Kiedis come cantante: «Lui non si considera un vero musicista, perché non ha mai avuto alcun tipo di educazione musicale. Spesso ridendo tra noi abbiamo detto che dovremmo cambiare il nome della band in “L’idiota e i tre geni”».

Lo stesso Anthony Kiedis ha scritto nella sua autobiografia Scar Tissue: «Ho dovuto inventarmi un modo tutto mio di cantare perché non sono mai stato un cantante».

Secondo Flea, però, l’insostituibile frontman dei Red Hot Chili Peppers è migliorato molto nel corso del tempo: «Credo sia un ottimo cantante, continua ad imparare e a migliorare. Quando abbiamo formato i Red Hot Chili Peppers non prendeva neanche una nota, gridava e basta. Adesso riesce a fare delle ottime melodie, improvvisa e ha un suo modo di cantare e muoversi in modo fluido tra le strofe». Le cose che contano davvero nel rock’n’roll secondo Flea sono la personalità, l’atteggiamento e l’originalità: «Se me lo chiedi, so chi sono i grandi cantanti: Kurt Cobain, Jim Morrison, Roger Daltrey. Ma a me l’unica cosa che interessa è che ogni musicista sia unico e suoni solo come sé stesso. E una cosa è certa: nessuno suona come Anthony Kiedis».