Rock News
29/06/2023
Indossare una maglietta di una band è da sempre una dichiarazione di intenti. Una rivendicazione di appartenenza, un messaggio lanciato agli altri per spiegare la propria idea di rock, e un modo per entrare in contatto diretto con chiunque la pensi come te con la frase iconica: «Bella la tua maglietta».
Quando ad indossare una maglietta di una band è un musicista, le implicazioni e i significati sono tantissimi: da Kurt Cobain che si fa fotografare con la maglietta bianca con il logo di Daniel Johnston a Matt Helders degli Arctic Monkeys che nel 2008 sale sul palco di Glastonbury con la t-shirt dei Royal Blood, serve a lanciare la carriera di un musicista amico ancora sconosciuto, quella di Neil Young dei Lynyrd Skynyrd è una presa in giro per uno scambio di canzoni entrato nella storia (Southern Man di Neil Young e Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd, botta e risposta sull’intolleranza nel sud degli Stati Uniti), quelle di Dave Grphl che coprono tutta la musica del mondo, dagli ABBA agli Slayer, sono una dimostrazione della vastità delle sue influenze.
Quando ad indossare una maglietta sul palco è Robert Smith dei The Cure, i significati possono essere moltissimi. Nel corso del tour dei The Cure del 2023, Robert Smith ha indossato ogni sera una maglietta diversa, spaziando nei riferimenti dal cinema alla musica alle serie televisive
A Minneapolis il cantante dei Cure ha reso omaggio a Prince con la maglietta di Sign O’The Times, a Seattle ha indossato quella di In Utero dei Nirvana e a Denver una del film Shining di Stanley Kubrick, girato nelle montagne del Colorado e ad Albuquerque, New Mexico ha celebrato la serie culto Breaking Bad con la t-shirt della catena di pollo fritto Los Pollos Hermanos protagonista della serie. Ha anche mostrato al pubblico un regista per lui fondamentale come David Lynch, indossando la maglietta del suo film horror surreale del 1977, Eraserhead, il primo lungometraggio di Lynch, che ha composto anche la colonna sonora e una maglietta con l’immagine più famosa di Un Viaggio nella Luna, uno dei primi film della storia scritto e girato da George Méliés nel 1902, un simbolo della visione onirica dark. Per i concerti al Madison Square Garden di New York, invece, ha scelto un’icona americana, Marylin Monroe e per quello in Ohio ha reso omaggio alla band hard rock demenziale Spinal Tap (il film è stato girato a Cleveland) con il logo della loro finta etichetta discografica Polymer Records.
Per quanto riguarda i suoi idoli musicali, Robert Smith ha attraversato generi diversi, dai Thin Lizzy a David Bowie al gruppo fusion jazz Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin
Ecco alcuni dei commenti di Robert Smith sulle band a cui ha reso omaggio con le sue magliette durante il tour dei Cure del 2023.
Thin Lizzy: «Li ho visti almeno dieci volte in due anni tra il 1973 e il 1974, avevano un suono esaltante dal vivo, era meglio che bere».
David Bowie, The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars: «Il primo album in vinile che ho comprati. Ho sempre amato il modo in cui David Bowie ha creato i suoi personaggi per esprimere il suo sentirsi diverso da tutto»
Jimi Hendrix: «La prima persona che mi è sembrata sempre assolutamente libera. Quando hai dieci anni la tua vita è dominata dagli adulti, lui rappresentava tutto quello che volevo essere».
Nirvana: «Per me Kurt Cobain è come Ian Curtis e Jimi Hendrix: artisti così grandi compaiono troppo poco frequentemente nel mondo»
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