Rock News
13/08/2025
Nel gennaio del 1975, i Pink Floyd entrarono negli studi di Abbey Road per registrare il loro nono album, Wish You Were Here. Fu il primo momento che portò tensione creativa all'interno della band che è stata capace d’incantare il mondo con quella perfezione di The Dark Side of the Moon, nel 1973, ma che secondo una celebre dichiarazione di David Gilmour arrivò a sentirsi «Intrappolata dalla sua rilevanza e dal suo successo». A tal proposito, il batterista Nick Mason dichiarò, addirittura che desiderava «Davvero essere da qualunque altra parte e non lì». Roger Waters propose, quindi, alla band un album di "Riflessioni sulle persone che non ci sono più" e David Gilmour costruì intorno a un giro di accordi acustici un pezzo che divenne uno dei momenti artisticamente più alti e sublimi nella storia dei Pink Floyd.
«Avevo appena comprato una chitarra a dodici corde, e la stavo suonando nello Studio 3 di Abbey Road. All’improvviso mi è venuto fuori l’intro di Wish You Were Here». Secondo il geniale chitarrista dei Pink Floyd Roger Waters, appena udita la melodia, chiese «Che canzone è?» Gilmour giustificò così l'accaduto: «Avevo la pessima abitudine di suonare pezzi di brani di altri artisti. Credo che Roger fosse preoccupato che l’avessi rubata a qualcuno».
Il riff di chitarra di Wish You Were Here diventò l’ossessione di David Gilmour, che ci lavorò senza sosta, mentre i Pink Floyd ha ebbero una delle intuizioni tecniche più affascinanti di sempre: l’inizio del brano corrisponde al suono di una radio che cambia frequenza dalla Quarta Sinfonia di Tchaikovsky, a un arpeggio di dodici corde in sottofondo che poi si trasforma in un bellissimo passaggio acustico. «L’idea era che cambiando stazione radio qualcuno trovasse quell’intro di chitarra e, ascoltandola da casa, si unisse ad accompagnarla. Poteva essere un ragazzo qualunque con la sua chitarra. Per questo l’inizio di Wish You Were Here non è eseguito in modo perfetto», spiegò David Gilmour. «Ogni volta che l’ascolto penso: avrei potuto suonare meglio».
All'interno di una prima bozza dell'introduzione al brano, esiste anche il contributo del violinista jazz francese Stephen Grappelli, eliminato poi dalla versione finale. Il brano, inoltre, contiene uno dei testi più intensi e profondi di Roger Waters che racconta la lontananza, la solitudine e l’assenza. Secondo qualcuno, nel testo Waters fa riferimento anche al suo matrimonio, ma l’elegia che celebra il ricordo dei Pink Floyd – diventata una delle canzoni più famose di sempre – scaturisce soprattutto dalla malinconia per l’allontanamento forzato di Syd Barrett dalla band, tema che attraversa tutto l’album. «Shine on You Crazy Diamond è esplicitamente dedicata a lui e Wish You Were Here ha un significato più ampio e universale», ha detto David Gilmour. «Ma ogni volta che la canto ancora oggi non posso fare a meno di pensare a Syd».
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