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Il giorno in cui Kurt Cobain incontrò gli Aerosmith. Joe Perry: "Steven si offrì di aiutarlo a combattere le dipendenze"

Il chitarrista della band di Boston: "Era un autore e un interprete straordinario"

Il giorno in cui Kurt Cobain incontrò gli Aerosmith. Joe Perry: "Steven si offrì di aiutarlo a combattere le dipendenze"

22/06/2023

Kurt Cobain è stato un artista puro, intransigente in modo eccessivo persino con sé stesso sulle caratteristiche di autenticità, innovazione e rispetto dei codici dell’etica underground, dal Do It Yourself all'avversione per le sovraincisioni e la prodizione in studio fino al rifiuto di ogni regola del mercato discografico, che secondo lui doveva avere la musica.

Alla base di questa visione radicale c’era però una conoscenza incredibile dell’intera storia del rock, in tutte le sue forme e il talento per assorbire e trasformare tutte le influenze, come quando ha detto di aver ascoltato Meet the Beatles, secondo album americano dei Beatles, prima di scrivere il primo singolo dei Nirvana, About a Girl, o come racconta nelle pagine dei suoi Diari quando insieme a Krist Novoselic hanno deciso di raccogliere tutta la loro collezione di vinili in una stanza e distruggere quelli che non li rappresentavano più.

Tutto questo lo allontanava decisamente dal rock classico, dalle band di successo come i Guns N' Roses e in generale dalla tradizione delle grandi band da stadio. Eppure, nella celebre lista dei suoi album preferiti di tutti i tempi, in cui nei primi tre posti ci sono Surfer Rosa dei Pixies, Raw Power degli Stooges e POD delle Breeders, al numero 23 (poco prima dei REM con Green e subito dopo Colossal Youth dei Young Marble Giants del 1980), spicca il titolo di un album degli Aerosmith, Rocks del 1976. Kurt Cobain era un fan della band di Joe Perry e Steven Tyler e del suono hard rock grezzo e potente, profondamente legato alle radici blues, dei primi anni di carriera. Rocks è il quattro album degli Aerosmith, esce il 3 maggio 1976 e li lancia al successo in America grazie a due singoli nella Top 40 (Back in the Saddle e Last Child) ed è stato citato come influenza fondamentale anche dai Guns N' Roses e dai Metallica.

Joe Perry ha raccontato che Kurt Cobain è anche andato a trovarli nel backstage di un concerto: «Era molto tranquillo, voleva solo incontrarci e stare un po’ con noi. E’ venuto in camerino con Courtney Love. Era un bravo ragazzo, un tipo tranquillo. Quando si è allontanato, Courtney ci ha detto: “Lui vi adora. Non gli piace mai nessuno, ma a voi vi adora”». Joe Perry ha detto di essere onorato dell’ammirazione di Kurt Cobain: «Avevo il massimo rispetto per lui. Era un autore e un interprete straordinario». Secondo lui, l’idea che una generazione di musicisti debba per forza odiare la precedente è una cosa creata dal music business più che dalle band stesse. Ha ricordato una volta in cui è stato invitato dai Foo Fighters nella “warm up room” che avevano allestito prima di un concerto: «Avevano tutti gli strumenti pronti per suonare e provare, e conoscevamo alla perfezione tutte le canzoni degli Aerosmith! Ero imbarazzato: suonavano pezzi che io non facevo da 30 anni. Erano dei veri fan, ma sapevano anche tutti i riff». Per quanto riguarda gli Aerosmith e i Nirvana, c’è stato un altro incontro nel 1992. Quando ha saputo dei problemi di dipendenza di Kurt Cobain, Steven Tyler ha contattato il management dei Nirvana e ha chiesto il numero personale di Kurt, offrendosi per aiutarlo. Secondo quanto ha raccontato Janet Billig nel libro su Seattle “Everybody Loves Our Town”, Kurt Cobain pare abbia risposto: «Steven Tyler? Cosa vuole da me? Lui è stato un drogato per diciotto fottuti anni, io ho iniziato da neanche un’ora». Alla fine Steven Tyler e Kurt Cobain si sono incontrati e hanno parlato ma era troppo tardi. Intervistato una settimana dopo la sua morte, il cantante degli Aerosmith ha detto: «Sono arrabbiato per Kurt, molto. Quel ragazzo non doveva morire». 

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