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Linkin Park, Mike Shinoda: "Non suoneremo mai con l'ologramma di Chester, è una cosa inquietante"

Il fondatore della band esclude categoricamente ogni possibilità: "non comprerei mai un biglietto per vedere uno show del genere"

Linkin Park, Mike Shinoda: "Non suoneremo mai con l'ologramma di Chester, è una cosa inquietante"

17/03/2023

Nel mondo dello spettacolo si dice “the show must go on”, perché lo spettacolo può continuare anche senza i suoi interpreti. Ma in quello del rock, in cui la scomparsa dei musicisti lascia un vuoto impossibile da riempire, la soluzione è affidarsi ad una delle tecnologie più controverse, quella degli ologrammi.

Negli ultimi anni sono sempre di più gli artisti riportati sul palco da aziende come la BASE Hologram Production di Las Vegas che ha creato le versioni virtuali (ma molto realistiche) di Roy Orbison e Budy Holly, morti circa 30 e 60 anni fa, ma anche Maria Callas (morta nel 1977) e Whitney Houston, unendoli alle voci campionate e riprodotte in altissima qualità e organizzando lunghi tour. “Sono dei tributi, il pubblico capisce che si tratta di un show ed è affascinato” dicono i responsabili di BASE.

La tecnologia avanza continuamente e il risultato migliora. Ci vogliono nove mesi al momento per realizzare uno show”. Non tutti gli artisti e il pubblico però sono convinti. Il commento più frequente è: “E’ una cosa inquietante”. Nel 2017, in una scena bellissima del film Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve (sequel del capolavoro di Ridley Scott del 1982) compare un ologramma di Elvis Presley che canta Can’t Help Falling in Love. La moglie di Elvis, Priscilla Presley non è rimasta impressionata e non ha voluto neanche parlare di un tour con l’ologramma del Re del Rock’n’Roll.

Anche Mike Shinoda, fondatore dei Linkin Park e compagno di Chester Bennington sul palco fino al suo tragico suicidio nel 2017 si è sentito spesso chiedere: farete un tour con un ologramma di Chester? La scomparsa di Chester ha interrotto la carriera dei Linkin Park, che si sono fermati in segno di rispetto per il loro cantante, pubblicando solo l’inedito Lost estratto dalle session di Meteora in occasione della riedizione celebrativa dei 20 anni dell’album.

La risposta di Mike Shinoda alla domanda è la stessa: "È inquietante. Per me è sempre stato no. Non mi piace” ha detto in una nuova intervista radiofonica, “Anche da spettatore non credo che faccia per me. Capisco che sia un modo per trasportare il pubblico nel momento in cui sono nate quelle canzoni, ma non credo che comprerei un biglietto per vedere uno show del genere”.

Mike Shinoda ha spiegato: “Il problema è che nell’era di internet tutti pensano che tutto sia di tutti e che tutti possano avere un’opinione su qualsiasi cosa. Tipo: questo è quello che ho da dire e se una cosa non mi piace, non deve piacere a nessuno. Ma non è così che funziona il mondo. Per me se vuoi andare a vedere uno show con un ologramma puoi andare, ma noi non lo faremo mai”.

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