Rock News
22/02/2023
Anthony Kiedis ha ricordato uno dei momenti più importanti nella carriera dei Red Hot Chili Peppers, suonare come spalla dei Rolling Stones, dicendo però che è stata un’esperienza da dimenticare. La scintilla con la più grande rock band del mondo non si è accesa anche perché l’incontro è avvenuto in un momento difficile per i Red Hot Chili Peppers. Era il 1994 e dopo il successo mondiale di Blood Sugar Sex Magik, la band ha dovuto superare l’abbandono da parte di John Frisciante durante il tour mondiale, l’inserimento di un nuovo chitarrista, Dave Navarro e le registrazioni dell’album One Hot Minute uscito il 12 settembre 1995. Continuano a suonare dal vivo, fanno un tour in America, alcune apparizioni ai festival in Europa e poi vengono chiamati dai Rolling Stones come apertura del loro concerto al Rose Bowl di Pasadena del 19 ottobre 1994 (insieme alla leggenda del blues Buddy Guy).
Centomila persone, un luogo storico del rock americano in cui si sono esibiti Janis Joplin, Depeche Mode, The Cure e Pink Floyd (con due date il 16 e 17 aprile dello stesso anno). Il problema per Anthony Kiedis è che il pubblico è lì per gli Stones, e lui non è mai stato un grande fan della band: «Non sono cresciuto ascoltando gli Stones!» ha raccontato in un’intervista ricordando quel giorno, «Oggi li adoro, soprattutto quello che hanno fatto fino a Some Girls del 1978 e riconosco la loro grande importanza ma al tempo non li conoscevo. Comunque aprire un concerto per loro non è per niente facile».
Innanzitutto, ad un concerto degli Stones il pubblico è lì soprattutto per loro: «Tutto lo show è pensato, montato e preparato per gli Stones e tu vieni messo in un angolo. Mi hanno detto: ok ragazzi, potete muovervi tra qui e qui e mi raccomando non calpestate il pavimento di legno di tek dove balla Mick!». Anthony Kiedis ha parlato in modo molto sincero di cosa vuol dire per qualsiasi band suonare prima di un gruppo gigantesco come i Rolling Stones: «Suoni per la gente che sta comprando il merchanidse degli Stones o fa la coda al bar e non presta la minima attenzione. Tu ci metti l’anima e il cuore e intanto tutti vogliono ascoltare solo Jumpin Jack Flash. Non è certo colpa degli Stones, ma non è stato un gran concerto».
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