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Muse, il produttore li costrinse ad ascoltare i Pink Floyd: "Era sconvolto dalla nostra mancanza di conoscenza della storia del rock"

Matt Bellamy: "Quando senti suonare David Gilmour sembra di sentire una voce che canta"

Muse, il produttore li costrinse ad ascoltare i Pink Floyd: "Era sconvolto dalla nostra mancanza di conoscenza della storia del rock"

28/07/2022

Matt Bellamy ha raccontato un episodio divertente dei primi anni di carriera dei Muse. Nel 2001 erano in studio per registrare il secondo album Origin of Symmetry e il loro produttore John Leckie li ha praticamente costretti ad ascoltare The Dark Side of the Moon, il capolavoro del 1973 dei Pink Floyd perché come ha detto Matt: «Era sconvolto dalla nostra mancanza di conoscenza della storia del rock. Probabilmente qualcuno è sconvolto ancora oggi». Il cantante dei Muse ha raccontato il momento in cui John Leckie gli ha aperto la porta verso la visione sperimentale e sinfonica della musica rock fatta dai Pink Floyd «Ha spento le luci e ce lo ha fatto ascoltare due o tre volte. Ovviamente avevamo già ascoltato The Dark Side of the Moon, ma non lo avevamo mai esaminato attentamente. Dopo averlo sentito ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: wow, che musica incredibile! È stata un’esperienza sconvolgente».

Il risultato della rivelazione è che nel 2006 per registrare il loro quarto album Black Holes and Reveations i Muse decidono di affittare i leggendari Miraval Studios in un castello nel sud della Francia dove i Pink Floyd hanno creato un altro dei loro capolavori, The Wall del 1979.

«Volevamo concentrarci, isolarci da tutti ed essere circondati dalle nostre influenze musicali» hanno detto i Muse.

David Gilmour è diventato il chitarrista preferito di Matthew Bellamy: «Quando senti suonare David Gilmour sembra di sentire una voce che canta: è profondo e intenso ed evocativo. La sua scelta delle note, ti fa venire in mente un viaggio in luoghi sconosciuti, nel deserto, in Antartide  o su Marte. La ricerca dell’emozione da allora per me è al primo posto».

Per quanto riguarda il suo pezzo preferito di The Dark Side of the Moon, Matthew Bellamy ha detto: «È difficile scegliere, ma credo che Money sia un pezzo davvero diverso da tutto il resto: il riff è fantastico e contiene un messaggio potentissimo di critica della società capitalista. Money è un pezzo simbolo di tutto quello che la musica può rappresentare».

 

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