Rock News
15/02/2022
Per tutta la loro carriera, fin dal successo immediato con l’album di esordio Ten del 1991, i Pearl Jam hanno rappresentato un modo diverso di intendere la carriera di una rock band, fedele unicamente alla musica, basata sul rapporto strettissimo con i fan e guidata (come quella di uno dei loro punti di riferimento, Neil Young) dalla ricerca di autenticità assoluta.
Anche per questo, Eddie Vedder non è uno che ama parlare con la stampa, apparire sui media (i Pearl Jam hanno fatto anche pochissimi videoclip) o rilasciare interviste. Quando lo fa, però, dice tutto quello che pensa e non si risparmia mai, dimostrando la sua etica di base punk e alternativa.
Per lanciare l’album Earthling in uscita l’11 febbraio, realizzato con il suo progetto solista Earthlings (insieme a Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers, Josh Klinghoffer, Andrew Watt e con ospiti speciali come Elton John e Stevie Wonder), Eddie Vedder ha concesso una sola intervista con il quotidiano più importante d’America, il New York Times, che ha avuto molta risonanza per tre dichiarazioni piuttosto radicali.
La prima riguarda la scena alternativa di Seattle di fine anni ’80 in cui Eddie è cresciuto artisticamente dopo aver lasciato San Diego per unirsi ai Pearl Jam: «Le ragazze si vestivano con gli anfibi e avevano i capelli come Cat Power, non come Heather Lockhear» ha detto citando la star delle sitcom romantiche anni 90 e protagonista di Melrose Place, che è stata sposata prima con Tommy Lee e poi con Richie Sambora dei Bon Jovi,
«Niente contro di lei, ma a Seattle le ragazze si facevano rispettare. È stato un cambiamento importante che è durato a lungo. Prima c’era questo look da bambole con il bustino. L’unica persona che indossava il bustino negli anni ’90 che io rispettavo era Perry Farrell».
Dopo aver spazzato via con una frase tutta l’estetica e l’immaginario femminile pop anni ’90, Eddie ha detto la sua anche sulla musica e sulla scena hair metal californiana: «Lavoravo in un club di San Diego dove ero costretto a vedere concerti che non sarei mai andato a vedere, tipo i Motley Crue. Non sopportavo la loro Girls Girls Girls per come parlava delle donne e per l’immagine che dava degli uomini. Era tutto insulso. Per fortuna almeno poi sono arrivati i Guns N' Roses».
Infine, Eddie ha raccontato una conversazione con Bono degli U2 in cui hanno parlato della loro rispettiva visione di cosa vuol dire far parte di una rock band, e non si sono trovati per niente d’accordo: «Bono dice che bisogna lavorare duro per non fare in modo che il rock’n’roll diventi una musica di nicchia. Mi ha spiegato che quando gli U2 fanno un disco e come se facessero una gara di cavalli: non vogliono solo correre, vogliono vincere. Io ho risposto che i Pearl Jam invece vogliono correre e poi lasciare libero il cavallo. Lui è rimasto deluso. Non stavo cercando di sembrare intelligente, è la verità. Il nostro sogno è far parte di una band che continua a fare dischi e tour, e siamo disposti a scendere di livello se questo ci garantisce il sogno di continuare a sopravvivere».
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