Rock News
10/02/2022
The Beatles: Get Back è la docuserie in tre puntate con cui il grande regista della trilogia de Il Signore degli Anelli Peter Jackson ha riscritto la storia di Let it Be, l’ultimo album dei Beatles uscito il 7 maggio 1970 (anche se il vero ultimo album è Abbey Road, registrato dopo e pubblicato prima il 26 settembre 1969) dopo aver visto ed ascoltato 60 ore di video e 150 ore di audio inediti provenienti dal materiale girato dal regista Michael Lindsay-Hogg per il progetto del film Let it Be (premiato con un Oscar nel 1971).
In una recente intervista rilasciata a Radio X Liam Gallagher, sicuramente uno dei primi fan al mondo dei Fab Four, ha dichiarato di non essere ancora riuscito a vedere la monumentale opera creata da Peter Jackson:
"Non l'ho ancora visto, ho troppa paura ragazzi. Ho tutto quello che serve per vederlo ma so solo che mi lascerà a bocca aperta e dovrò concentrarmi. Devo fare tutte queste cose come le interviste, il che va bene, ma non sono ancora pronto per farmi esplodere la testa. Devo essere nella giusta situazione mentale"
Quando Chris Moyles, il dj di Radio X, ha confessato che Get Back è sicuramente un'esperienza piuttosto intensa per un fan dei Beatles, Liam ha risposto: "È come il Grande Fratello o qualcosa del genere... meglio di così! Capisci cosa intendo. Ho visto la parte in cui sta ordinando un sparrow sandwich o qualcosa del genere. Non vedo l'ora. Devo solo essere dell'umore giusto. Sai, tipo quelle cose che accadono quando sei un bambino e hai in mano l'ultimo pasticcino e non vuoi finirlo? Sto aspettando in questa maniera, perché so che una volta che se ne sarà andato..."
Con i filmati originali trovati da Peter Jackson i Beatles volevano documentare tutte le fasi creative di un loro album, tornare all’immediatezza del suono rock’n’roll delle origini e farsi accompagnare dalle telecamere mentre provavano e realizzavano il loro ritorno clamoroso dal vivo con un concerto sul tetto della sede della Apple a Saville Row a Londra il 30 gennaio 1969. Si sono ritrovati invece travolti dai dissidi interni (George Harrison lascia addirittura la band pe una settimana), dalle decisioni sbagliate (tra cui quella di non registrare ad Abbey Road ma nei Twickenham Film Studios) e dal fatto che ormai, come ha detto Giles Martin che ha curato la rimasterizzazione dell’album Let it Be, non erano più una rock band ma un gruppo di artisti e dal vivo non avrebbero potuto fare le canzoni che realmente li rappresentavano semplicemente perché non sapevano come fare arrivare il pianoforte sul tetto della Apple.
«Mi è sembrato di essere impegnato in una conversazione di 52 anni fa» ha detto Peter Jackson a proposito del lavoro su Get Back, durato quattro anni. Il risultato è uno sguardo incredibilmente ravvicinato sulla più grande band di tutti i tempi, colta nel pieno di un processo creativo complesso, sull’orlo della separazione, ma che era sempre una band di amici dal talento immenso che cercava insieme un modo per andare avanti. In una parola, i Beatles erano umani.
Nel giorno in cui va in onda la prima puntata, Peter Jackson ha voluto elencare alcune cose da sapere prima di entrare nella storia di un capolavoro come Let it Be.
La prima è che il documentario è stato fatto da un fan per un pubblico di fan: «Sono nato nel 1961 ma i miei genitori non hanno mai avuto un album dei Beatles. Li ho conosciuti nel 1972 e nel 1973 comprando le loro due celebri raccolte Red Album e Blue Album e da allora sono diventato un fan». Peter Jackson ha inoltre elogiato il lavoro di Michael Lindsay-Hogg: «I Beatles si comportavano diversamente quando erano ripresi dalle telecamere. Michael è stato bravissimo a catturarli senza che se ne accorgessero. Mi ha spiegato il suo trucco: diceva al cameraman di accendere la telecamere e andarsi a fare una tazza da tè lasciando che girasse da sola». Anche i Beatles avevano i loro trucchi: «Quando dovevano discutere, siccome Michael aveva sparso i microfoni in tutto lo studio alzavano gli amplificatori al massimo e suonavano la chitarra per coprire le loro voci con il suono».
Con la tecnologia digitale moderna, Peter Jackson è stato in grado di separare le tracce audio e isolare le voci dei Beatles, catturando frammenti di conversazione e dialoghi mai sentiti prima. «La storia ha avuto il sopravvento sulla loro immagine» ha detto «I Beatles sono un patrimonio culturale e possono permettersi di mostrarsi in un modo che non è mai stato visto prima». La cosa più importante è che Get Back mostra come i rapporti tra i quattro membri dei Beatles non erano così tesi come si è sempre pensato: «Sono quattro persone con delle opinioni personali e dei modi diversi di vedere le cose, come tutti» ha detto Peter Jackson, «Ma erano sensibili, educati e dei veri amici. Nessuno faceva la primadonna, non c’era ego. Discutevano come tutti ma erano solo quattro ragazzi di Liverpool. Il film dura sette ore e c’è tempo per conoscerli tutti e quattro bene. Io adesso li rispetto ancora di più».
Anche Paul McCartney e Ringo Starr sono rimasti molto soddisfatti del lavoro di Peter Jackson: «Quando gliel’ho fatto vedere mi aspettavo delle richieste di tagli o modifiche. Invece non mi hanno chiesto di toccare assolutamente nulla». Ringo Starr ha definito Get Back «Veritiero», Paul McCartney ha detto: «Dopo essermi sentito addosso la colpa di aver sciolto i Beatles per anni, mi ha dato la prova che mi mancava: mostra noi quattro che ci divertivamo insieme. I miei ricordi dei Beatles sono legati alla qualità musicale e alla gioia». Peter Jackson ha raccontato che la Disney aveva chiesto di rimuovere le parolacce dalle conversazioni dei Beatles, ma Paul e Ringo si sono opposti: «Mi hanno detto: “era il modo in cui parlavamo, vogliamo mostrare al mondo come eravamo davvero”» ha spiegato Peter Jackson, «Per loro la verità è la cosa più importante».
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