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Nirvana, Kurt Cobain pensò di sostituire Dave Grohl durante le registrazioni di In Utero

"Ero seduto sul bus e sentii Kurt disse a Krist che forse serviva un batterista più rudimentale"

Nirvana, Kurt Cobain pensò di sostituire Dave Grohl durante le registrazioni di In Utero

28/10/2021

Dave Grohl ha sempre detto che l’ultimo album dei Nirvana, In Utero, pubblicato il 13 settembre 1993 è un album così pieno di ricordi che per lui è quasi impossibile ascoltarlo tutto dall’inizio alla fine. «È estremamente reale, un ritratto della band che mi fa venire i brividi». In Utero è nato come reazione rabbiosa dei Nirvana al successo mondiale di Nevermind che ha trasformato il loro modo di suonare in un modello da replicare con altre band, creando un genere intorno alla scena grunge di Seattle, una cosa che nessuna delle band di quella città voleva. I Nirvana lo vogliono meno di tutti, e infatti dopo le prime prove dell’album a Los Angeles vanno a Cannon Falls nel Minnesota per lavorare con Steve Albini (che ha prodotto Surfer Rosa dei Pixies) e registrano tutto l’album in presa diretta, live in studio (dove si registrano con un nome falso, The Ritchie Group per tenere lontana la stampa e anche i discografici) in soli quattordici giorni. «In Utero è il suono dell’urgenza creativa, il suono di Kurt Cobain, Krist Novoselic e me che suoniamo in una stanza» ha detto Dave Grohl parlando del rapporto stretto che si era creata all’interno della band in una situazione in cui si sentivano accerchiati.

In una nuova intervista con Vulture, però, Dave Grohl ha raccontato un episodio che getta una nuova luce su quel momento particolare nella storia della band: «Un giorno eravamo sul tour bus, io ero seduto dietro e ho sentito Kurt che diceva a Krist: “Forse ci servirebbe un batterista più rudimentale, qualcuno simile a Dan Peters”». Kurt si riferiva al batterista dei Mudhoney, che dopo l’uscita del primo album Bleach del 1989 era stato contattato dai Nirvana per prendere il posto che poi è andato a Dave Grohl (grazie al consiglio di Buzz Osborne dei Melvins). «Mi sono arrabbiato e sono andato a parlare subito con Krist e con Kurt: “È questo quello che volete fare?” Kurt mi ha risposto: “No, non è quello che vogliamo fare”». L’ultimo anno dei Nirvana e della vita di Kurt Cobain è molto tormentalo. In Utero arriva al numero uno in classifica sia in Inghilterra che in America, vende quindici milioni di copie, i Nirvana partono in tour ma Kurt va due volte in overdose prima di togliersi la vita l’8 aprile 1994.

«Mi svegliavo ogni giorno senza sapere cosa sarebbe successo» ha detto Dave Grohl, «Arrivare al successo e alla fama in modo così rapido è stata un’esperienza traumatica. Ognuno di noi ha gestito la cosa in modo diverso, non è facile». Dopo la morte di Kurt, Dave Grohl ha detto di aver trovato la forza di andare avanti grazie al suo ricordo: «Il giorno dopo il suo funerale mi sono reso conto che non sarebbe più tornato. Mi sono fatto una tazza di caffè e mi sono detto: “Io posso bere un caffè oggi, Kurt no. In quel momento mi sono reso conto che ogni giorno poteva essere bello o brutto, ma volevo viverlo: voglio solo arrivare ancora fino a domani».

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