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Bruce Springsteen + Little Steven e le cinque regole fondamentali del rock 'n' roll!

Ecco il resoconto della chiacchierata dei due artisti in occasione del lancio della biografia di Little Steven

Bruce Springsteen + Little Steven e le cinque regole fondamentali del rock 'n' roll!

01/10/2021

Steve Van Zandt, conosciuto come Little Steven, eroe del Jersey Shore e compagno di vita di Bruce Springsteen e membro della E Street Band ha scritto una autobiografia dal titolo spettacolare: Unrequited Infatuations: Odyssey of a Rock and Roll Consigliere (A Cautionary Tale) in cui ha raccontato la sua vita tra cinema, musica e impegno sociale.

L’avventura di Little Steven è iniziata a Middletown Township, New Jersey dove è nato nel 1950 da genitori di origini calabresi e napoletani (il cognome è quello del patrigno William Van Zandtcon cui la madre si è risposata nel 1957) e si è svolta tutta sul palco, dove è salito da giovanissimo dopo aver lavorato come operaio addetto alla costruzione di strade e non è mai più sceso, fondando e guidando i Southside Johnny and the Asbury Jokes e suonando con tutte le band che riempivano i locali di Asbury Park, tra cui il leggendario Stone Pony, fino ad entrare a far parte della E Street Band ufficialmente il 20 luglio 1975 nella prima data del tour di Born to Run.

Bruce Springsteen ha raccontato di aver visto per la prima volta Little Steven sul palco nel 1965, mentre cantava una cover di Happy Together dei Turtles: «È un miracolo che ci siamo trovati, siamo amici da 50 anni e suoniamo nella stessa band». «Lo show business non mi è mai interessato» ha detto Little Steven, «Per me la band è una famiglia, è una comunità ed è soprattutto amicizia». È uno degli scambi di battute della conversazione fatta da Bruce e Little Steven per lanciare la biografia che è diventata un podcast trasmesso in rete martedì 28 settembre.

Bruce Springsteen ha intervistato Little Steven («Seduti intorno al tavolo della cucina» come ha raccontato nell’introduzione del podcast), e ha parlato con lui del ruolo iconico di Silvio Dante interpretato nella serie televisiva cult i Soprano, del suo attivismo politico negli anni ’80 contro il razzismo, la politica estera americana durante la Guerra Fredda e l’apartheid in Sudafrica in cui gli ha riconosciuto di «Aver avuto molto più coraggio di me», della comune rivelazione del rock’n’roll arrivata guardando i Beatles all’Ed Sullivan Show («Il giorno dopo tutti i ragazzini d’America avevano formato una band in garage») e delle sue tante iniziative negli ultimi anni, dalla band Disciples of Soul ai programmi radiofonici Underground Garage e Outlaw Country fino alla sua etichetta discografica Wicked Cool Records. 

Una conversazione piena di aneddoti sulla scena musicale del New Jesrey e di New York, storie di amicizia e una fede incrollabile nel potere trascendente del rock’n’roll: «Per tutti e due, eravamo l’unica altra persona che conoscevamo completamente dedicata al rock’n’roll». Little Steven ha sempre detto di essere «L’unico che non è mai stato intimidito da Bruce Springsteen» e di aver sempre trovato il modo di dirgli le cose che pensava, aiutandolo a trovare la strada giusta per costruire la forza comunicativa delle sue canzoni.

Bruce e Little Steven hanno ricordato insieme la registrazione di Born to Run, l’album della svolta del 1975, in cui Little Steven ha arrangiato la sezione fiati di Tenth Avenue Freeze Out e lo ha aiutato a scrivere il riff di chitarra che apre il suo pezzo definitivo, Born to Run: «Little Steven ha fatto tante cose per la E Street Band e il mio lavoro, ma questa potrebbe essere la più importante». «La mia inclinazione naturale non è quella del frontman» ha detto Little Steven «Mi piace essere il tizio che sta dietro alle quinte o di lato a inventarsi delle cose. La parte che mi interessa e che mi diverte di più è la performance, suonare dal vivo».

Little Steven ha anche elencato le cinque regole fondamentali del rock’n’roll: «Imparare a suonare uno strumento, scegliere cinquanta canzoni, suonare di fronte ad un pubblico, imparare a scrivere canzoni e  registrarle. Rigorosamente in questo ordine» e ha detto che aveva iniziato a scrivere la sua autobiografia 15 anni fa, ma non era riuscito a trovare un finale soddisfacente: «Poi sono arrivati all’improvviso i tre anni più produttivi della mia vita: un album e un tour con i Disciples of Soul, e Paul McCartney che viene ad uno dei miei concerti».

Bruce Springsteen ha concluso la chiacchierata con il suo amico e fratello musicale dicendo: «La tua vita è stata un enorme successo, il libro Unrequited Infatuations è una testimonianza di questo successo, e dovrebbe essere letto da tutti. Perché al centro di tutto c’è il rock’n’roll, la musica di cui ci siamo innamorati quando eravamo ragazzini e che tu hai raccontato in modo splendido». 

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