Rock News
06/08/2021
Billy Gibbons ha detto che nel prossimo album degli ZZ Top ci sarà ancora Dusty Hill, l’amico e compagno con cui ha fondato la band nel 1969 a Houston, morto il 28 luglio scorso a 72 anni.
In un’intervista con la rivista Variety in cui ha parlato del nuovo lavoro in arrivo degli ZZ Top (l’ultimo album La Futura è del 2012), il chitarrista e cantante ha detto: «Ci sono anche le ultime cose registrate da Dusty, hanno solo bisogno di essere completate». Gibbons ha raccontato anche un episodio divertente che spiega come funzionava il processo creativo tra lui e Dusty Hill: «Gli ho dato un paio di testi che avevo scritto e gli ho detto: “Hey Dusty, vedi se riesci ad aggiungere qualche strofa all’inizio o alla fine”. Lui mi ha risposto: “Posso cantarli?.” Io gli ho detto che per me poteva cantare anche le pagine del calendario, sarebbe stato fantastico e il pubblico lo avrebbe adorato. Così abbiamo scherzato sul fatto che nei concerti futuri avremmo inserito un intermezzo in cui Dusty avrebbe cantato il calendario».
Purtroppo non è successo, e dopo la scomparsa di Dusty Hill gli ZZ Top sono già ripartiti in tour con una data al Tuscaloosa Amphitheater in Alabama con il suo storico tecnico delle chitarre, Elwood Francis (Dusty è stato celebrato con un microfono vuoto in mezzo al palco su cui era appoggiato il suo iconico cappello da cowboy).
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«È stata una decisione di Dusty» ha detto Billy Gibbons, «Mi ha afferrato un braccio e mi ha detto: “Devo andare dal dottore per vedere se posso continuare, ma nel frattempo voglio che prendi Mr.Elwood, gli dai la mia chitarra e gli fai suonare ogni singola nota che suono io».
Una decisione in linea con il personaggio di Dusty Hill e con la sua assoluta dedizione al rock’n’roll. Billy Gibbons ha anche ricordato le grandi qualità di Dusty Hill come bassista raccontando un altro episodio avvenuto un studio di registrazione: «Una volta quando aveva già lasciato le session dopo aver finito le sue parti di basso, ho trovato una breve sezione che avevamo lasciato indietro. Era piuttosto corta, una decina di battute al massimo e non me la sentivo di richiamarlo e farlo tornare in studio, così ho preso il suo basso e ho detto al nostro tecnico del suono: “Sei un bassista, suonale tu”. Due ore dopo, il basso era passato dalle mani di tutti quelli che erano in studio, compreso me, e nessuno era riuscito a riprodurre il suono di Dusty. Aveva una mano destra feroce!»
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