Rock News
24/03/2021
Nell’elenco delle reunion più attese dai fan c’è sicuramente quella dei Police, la band di Sting, Stewart Copeland e Andy Summers, anche perché tutti i membri di questo “power trio” nato a Londra nel 1977 sono ancora musicisti attivi e in fase creativa. Andy Summers ha anche formato una tribute band dei Police chiamata Call the Police con due musicisti brasiliani.
Sting però non è mai stato convinto della reunion e parlando del tour mondiale con cui i Police hanno festeggiato i 30 anni di carriera iniziato il 27 maggio da Vancouver e finito il 7 agosto 2008 al Madison Square Garden di New York, lo ha definito: «Un esercizio di nostalgia».
In un’ intervista con Reader’s Digest, Sting ha commentato: «Credo sia giusto essere sempre sinceri con sé stessi, la sensazione che ho provato in quel tour è stata soprattutto di nostalgia. Non avrei voluto ricordarlo solo per quello, se lo avessi saputo non lo avrei fatto». Sting ha poi spiegato che «C’è molta più libertà artistica nell’essere un solista. Non è questione di potere, ma di creare esattamente il tipo di musica che senti più giusta per te».
Dopo aver venduto 75 milioni di dischi, aver vinto sei Grammy Awards ed essere entrati nella Rock and Roll Hall of Fame, i Police sono diventati una delle band dal vivo di maggior successo di sempre con le 151 date del Police Reunion Tour del 2007, che ha guadagnato oltre 300 milioni di dollari. È stata la celebrazione della carriera di una band che con soli cinque album pubblicati tra il 1978 e il 1983 è diventata una delle più grandi nella storia del rock. Un viaggio iniziato con il primo concerto (durato solo dieci minuti) al pub Alexander’s di Newport in Galles e terminato il 15 giugno 1986 con un set trionfale al Giants Stadium del New Jersey, concluso da una performance di Invisible Sun insieme a Bono degli U2, destinati a prendere il loro posto come più grande rock band al mondo. Tutti vorrebbero rivedere i tre Police insieme sul palco, ma nel 2019 Stewart Copeland ha detto: «E’ così bello passare il tempo con Sting e Andy, che considero miei fratelli, senza dover affrontare questo argomento. Il punto è che anche se siamo molto fieri della musica che abbiamo creato e dell’impatto che la band ha avuto, oggi è semplicemente troppo difficile. Ognuno di noi tre fa musica nel proprio universo creativo che trova meravigliosa e soddisfacente. Se ci trovassimo in studio a suonare insieme cominceremmo ad urlarci addosso, e io preferisco ridere».
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