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Kurt Cobain è sempre stato un sostenitore della parità di genere e dell'uguaglianza; spesso, anche nelle sue canzoni, ha affrontato il tema della violenza nei confronti delle donne con lo scopo di lanciare un messaggio importante. In un’intervista del 1993, il frontman dei Nirvana raccontò: “A scuola non riuscivo a trovare amici maschi compatibili con me. Così alla fine frequentavo molto di più le ragazze. Ho sempre avuto la sensazione che non fossero trattate con rispetto. Soprattutto perché le donne sono completamente oppresse”.
Fatta questa premessa, è comprensibile che Kurt Cobain non avesse una buona opinione di alcune band, come ad esempio dei Led Zeppelin. Occorre però fare una precisazione: a livello musicale, lui è sempre stato un fan di Robert Plant, John Bonham, Jimmy Page e John Paul Jones, però disprezzava alcuni loro testi che considerava esplicitamente misogini.
“Sebbene ascoltassi gli Aerosmith e i Led Zeppelin e sebbene amassi molto alcune canzoni che avevano composto – disse Cobain in un’intervista del 1992 per Rolling Stone – mi ci sono voluti così tanti anni per rendermi conto che molti loro testi avessero a che fare con il sessismo. Mi riferisco al modo in cui parlavano dei loro c***i e del fare sesso. Così ho iniziato a capire cosa mi avesse fatto arrabbiare così tanto durante gli ultimi anni di liceo. Allora il punk rock era molto in voga e arrivò tutto insieme. Tutto sembrò combaciare come un puzzle. Capii come mi sentivo socialmente e politicamente. Compresi tutto. Era questa la rabbia che provavo. L’alienazione”.
Questo tema è stato affrontato anche dal manager dei Nirvana, Danny Goldberg, che nel 2019 ha pubblicato Serving The Servant, un libro che racconta la storia della band e quella di Kurt Cobain dalla sua prospettiva. “Innanzitutto, io ero d’accordo con lui su questo tema – ha detto l’autore a Forbes – io penso che lui fosse diviso: penso che gli piacesse la musica dei Led Zeppelin e anche quella degli AC/DC. Tuttavia, i testi rappresentavano qualcosa che non lo faceva sentire a suo agio, proprio per il loro messaggio sessista. Nel libro ho citato alcune sue dichiarazioni sul tema e ho voluto farlo perché si tratta di una questione cruciale per comprendere chi era Kurt Cobain come artista”.
Il leader dei Nirvana, in effetti, aveva delle idee ben precise, dei valori che ha espresso anche nella sua musica e che hanno fatto di lui una rockstar speciale, un artista che non è mai sceso a compromessi e che non ha mai tradito questi suoi ideali.
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