Rock News
22/09/2021
Ozzy Osbourne ha vissuto una vita oltre ogni limite, un’esistenza dedita agli eccessi di ogni tipo e oggi per lui è arrivato il momento di fare un bilancio. Il Principe delle Tenebre si stupisce di essere ancora vivo dopo aver abusato di droghe e alcool per tantissimi anni; ciò che lo colpisce maggiormente è il fatto di essere sopravvissuto a tanti altri musicisti che, pur avendo le sue stesse cattive abitudini, non ce l’hanno fatta e sono morti giovani.
In un’intervista per Classic Rock, Ozzy Osbourne ha ricordato il passato e i suoi amici che sono morti, come il batterista dei Led Zeppelin, John Bonham, o il primo cantante degli AC/DC, Bon Scott; in particolare, l’icona del rock ha ricordato il periodo in cui la sua dipendenza dall’alcool era più forte, lasciandosi andare a profonde riflessioni, in generale, sulla vita. “Qual è il significato della vita? – ha detto – alla fine della giostra, puoi guardare indietro alla strada che hai percorso e dire ‘Bene, ho vissuto a modo mio’. Oggi ho 71 anni. Ripensando alla strada fatta, ci sono così tante persone che se ne sono andate. Gary Moore, ad esempio, era un mio grande amico. Ero solito uscire a bere con John Bonham e anni fa l’alcool lo ha ucciso. Ma ci sono tanti altri grandi musicisti che se ne sono andati”.
In un’intervista di qualche anno fa per il podcast di Eddie Trunk, Jason Bonham, il figlio del leggendario batterista, ha raccontato che suo padre e Ozzy erano in effetti grandi amici ed erano soliti divertirsi insieme, spesso in modo “estremo”: una volta Ozzy si presentò a casa sua con delle birre e dei fucili e gli propose di andare a sparare per passare il tempo, chiedendo a Jason di andare con loro e di portare le munizioni. Fecero una passeggiata in un prato e a un certo punto a Ozzy venne un’idea assurda perché si annoiava: “Decisero di mettersi a sparare a un povero albero indifeso – ha raccontato Jason – quando ci ripenso, mi rendo conto che facevano cose da pazzi”.
Oggi, forse, anche il Principe delle Tenebre in parte la pensa così. Nell’intervista, però, ha rivelato che questi ricordi non lo rendono nostalgico e malinconico: “Come ho detto più volte – ha continuato – non so come io faccia a essere ancora vivo. Gli amici che sono morti non hanno fatto cose peggiori di me, così come io non ho fatto meno cose di loro. Bevevamo tutti allo stesso modo, facevamo festa allo stesso modo, abbiamo fatto tutti le stesse cose – ha sottolineato – sono stato fortunato a non essere soffocato nel mio vomito. Come ad esempio è capitato a Bon Scott. Era un mio grande amico ed era anche un grande cantante”.
Parlando del suo passato, in seguito Ozzy Osbourne si è ricollegato al presente, spiegando il significato di Ordinary Man, il singolo di recente uscita che dà anche il titolo al suo ultimo disco: “Se ho paura di morire come un uomo comune? In un certo senso sì… - ha confessato – quando ho iniziato a divertirmi, diciamo così, ero un ragazzo comune, come tutti gli altri. La musica mi ha dato tutto. Non ho usato alcun trucco, non so perché sia successo, né so come. Suppongo che questo fosse semplicemente il mio destino, capite cosa intendo? Abbiamo iniziato a suonare allo Star Club Hamburg, dove suonavano anche i Beatles. Per me loro sono una delle band che ce l’hanno davvero fatta – ha sottolineato - Non ci saranno mai dei nuovi Beatles”.
Ozzy non vorrebbe morire da “uomo comune”, ma non si preoccupa di essere o meno ricordato dalle future generazioni: “Se mi ricorderanno, bene – ha detto – se non lo faranno… in ogni caso non ho fatto quel che ho fatto per essere ricordato. L’ho fatto per regalare alle persone un po’ di divertimento nelle loro vite. In ogni caso, un uomo comune probabilmente non vivrebbe in una bellissima casa come questa. Non sono un uomo comune… forse avrei dovuto intitolare la canzone ‘Non volevo morire come un uomo comune’ – ha aggiunto, ridendo – ebbene, nella mia intera vita di successi non mi è mai piaciuto pensare di essere un grande capo. Non dico mai ‘Ok, prendimi questo, prendimi quello…’. No, questo non sono io. Sono ancora in grado di fare le mie cose da solo. Ma vorrei poter fare di più”.
Ancora oggi, Ozzy riesce a riscuotere lo stesso successo di decenni fa e lui stesso non sa spiegarsi come sia possibile: “Non riesco a dare una spiegazione alla longevità della mia carriera – ha detto – non so perché sia così. Credo di essere l’uomo più fortunato del mondo. Sono passati dieci anni dal mio ultimo album in studio, eppure questo mio ultimo disco sta andando benissimo”. A questo punto l’intervistatore ha ipotizzato che la ragione di questo grande successo ancora oggi risieda nel fatto che le persone vorrebbero essere come lui. “Non lo so – ha risposto il Principe delle Tenebre ridendo – dovreste chiederlo a loro. Non so se sia davvero così, in caso ne sarei felice”. Forse in tutto questo c'è un fondo di verità: tutti vorrebbero essere un po’ Ozzy a volte. Del resto, nonostante la sua vita dedita agli eccessi e tutte le difficoltà che ha incontrato lungo il percorso, quest’uomo ha saputo sempre rialzarsi e andare avanti. Lo ha fatto anche di recente e sta continuando a farlo, dopo i problemi di salute dell’anno scorso e dopo aver scoperto di avere il morbo di Parkinson: ancora una volta questo grande artista, vera leggenda del rock, ha dimostrato di avere una forza incredibile e, nonostante la situazione non fosse delle migliori, è riuscito a regalare al suo pubblico un altro album che si può definire un vero capolavoro.
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