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Dave Grohl ha 21 anni quando riceve la telefonata di Buzz Osborne, leader dei Melvins: una band di amici, i Nirvana, sta cercando un batterista. Dave è in tour con la sua band, gli Scream, che si sono sciolti all’improvviso perché il bassista Skeeter Thompson se ne è andato per entrare nei The Four Horsemen. Sale sul primo aereo e arriva a Seattle per incontrare Kurt Cobain e Krist Novoselic (che lo avevano già visto suonare con gli Scream) e diventa il batterista della band che nel 1991 cambia la storia del rock con l’album Nevermind.
In un’intervista con l’emittente radiofonica NPR, Dave Grohl ha ricordato quel momento: «Ero solo un ragazzino e l’unico desiderio che avevo era sopravvivere facendo musica» ha detto, «Davvero, il mio sogno era permettermi un appartamento tutto mio, non immaginavo che i Nirvana sarebbero diventati così grandi». È la rivoluzione che viene etichettata come “grunge”, il suono della scena indipendente di Seattle che conquista il pubblico americano e stravolge i canoni del music business. Con i 59 minuti e 23 secondi di Nevermind, i Nirvana accendono la miccia.
«Al tempo quel tipo di musica non aveva alcun valore commerciale» ha spiegato Dave, «Era musica completamente underground che è diventata popolare ad una velocità spaventosa. Nel giro di pochi mesi i Nirvana sono passati da essere praticamente sconosciuti ad essere al numero uno in classifica. A 21 anni non è facile da gestire».
Dave ha spiegato di esserci riuscito grazie alle sue radici, al rapporto speciale con la madre e con il luogo in cui è cresciuto: «Quando la situazione era troppo pressante andavo a casa mia in Virginia, stavo con i miei amici di sempre nel mio quartiere, e poi tornavo alla vita con i Nirvana». Essere il batterista della band lo ha aiutato: «Non sono mai stato al centro dell’attenzione, Kurt lo era» ha detto Dave, «Mi sentivo abbastanza anonimo nei Nirvana. Potevo evitare le insidie ma non avevo neanche i benefici. Sono riuscito a comprarmi la prima auto, una Ford Falcon Futura del 1963 e per me quello era già abbastanza. Ero a posto per la vita». La storia dei Nirvana finisce all’improvviso con il suicidio di Kurt Cobain il 5 aprile del 1994, e Dave Grohl si ritrova come ha detto lui stesso: «Bloccato in una situazione dalla quale non sapevo come uscire: non volevo entrare in un’altra band, non volevo più sedermi dietro alla batteria, non volevo neanche fare più musica. Poi mi sono reso conto che la musica era la cosa che mi aveva sempre aiutato e che ancora una volta mi avrebbe salvato la vita». La fine dei Nirvana diventa l’inizio di una nuova storia rock’n’roll, quella dei Foo Fighters: «Sono andato in studio e ho registrato canzoni suonando tutti gli strumenti da solo» ha raccontato Dave a proposito delle session ai Robert Lang Studios di Seattle dell’ottobre 1994, «È stata una forma di terapia per superare il dolore e la tristezza, una continuazione non solo musicale ma anche emotiva. Ancora oggi, questo è quello che rappresentano i Foo Fighters per me»
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