Rock News

Red Hot Chili Peppers, la storia della prima volta in cui la band suonò nuda sul palco

La storia del perché la band di Anthony Kiedis e Flea si presentò nuda sul palco

Red Hot Chili Peppers, la storia della prima volta in cui la band suonò nuda sul palco

15/06/2020

I Red Hot Chili Peppers sono noti anche per alcune loro performance sul palco a dir poco insolite: in passato, infatti, Anthony Kiedis e compagni spesso suonavano completamente nudi, coprendo le parti intime solo con un calzino.

La prima vota che i RHCP suonarono nudi fu durante uno dei loro primissimi live risalente al 1983, dopo pochi mesi di attività: in quell’occasione si esibirono al Kit Kat Club di Hollywood, uno strip club famoso nella zona e anche piuttosto squallido. La location ispirò Kiedis, il quale ebbe l’idea di esibirsi indossando solo un calzino per coprire il pene: i suoi compagni accettarono e da quella sera in poi questo tipo di performance divenne un tratto distintivo della band. La notizia di una band rock i cui musicisti suonavano nudi con un calzino sul membro si diffuse rapidamente, al punto che molti proprietari di strip club contattarono i Red Hot offrendo loro la possibilità di esibirsi nel proprio locale, a patto di suonare nudi in quella maniera. I musicisti proseguirono dunque con queste particolari esibizioni che li resero famosi nell’ambiente.

Quando, però, raggiunsero il successo a livello internazionale, i Red Hot Chili Peppers decisero di far diventare quella del calzino un’esibizione occasionale fino al 2000, quando capirono che ormai sarebbe stato meglio eliminarla del tutto dal loro repertorio e lasciarla ai ricordi, considerando anche che ormai si stavano avvicinando ai 40 anni di età e dunque suonare nudi non sembrava più una cosa appropriata. Agli esordi, però, la scelta di suonare in quel modo fu considerata da molti rivoluzionaria, oltre che divertente. Nella scena punk-rock di Los Angeles dei primi anni ’80, infatti, regnava la misoginia e la loro decisione di esibirsi come mamma li ha fatti fu vista come un modo di fare satira su questa situazione che penalizzava le donne. 

Nonostante questo, in un’intervista del 2019 per GQ, Flea ha confessato di aver temuto che la gente non li avrebbe mai presi sul serio proprio a causa delle esibizioni con il cosiddetto “cock-sock”: “Mi sento rispettato come musicista e sento che la gente apprezza il mio modo di suonare e il mio contributo alla musica – ha detto – ma c’è una cosa da dire a proposito dei Red Hot Chili Peppers: mettevamo dei calzini sui nostri peni e non potremo mai sfuggire a questo ricordo a noi associato. Le persone ci penseranno sempre. Tuttavia, sono convinto che alla fine l’arte che abbiamo creato, per il suo valore, resisterà nel tempo per quella che è”.

La sua essenza, la sua parte cerebrale – ha proseguito – così come le parti emotive, spirituali e fisiche, sono tutte cose che sopravvivranno sempre. Però devo dire che sì, a volte mi sono sentito frainteso da alcune persone che non mi conoscevano e che pensavano che io fossi solo un pazzo lunatico o uno scemo senza maglietta che saltella sul palco strimpellando il basso. Tutto quello che posso fare è essere il miglior artista possibile, la migliore persona possibile e la più gentile. E faccio il massimo per migliorare sempre, non posso fare altro”. I Red Hot Chili Peppers verranno ricordati senza dubbio per la loro musica, ma sicuramente anche le esibizioni nudi con i calzini sul pene resteranno nella storia del rock per la loro originalità.

Rock News

Foto

Virgin Radio sempre con te!

disponibile su

tracktracktracktracktrack