Rock News
29/05/2020
Capita spesso a molti musicisti di non sopportare di ascoltare le loro canzoni. Il batterista dei Police, Stewart Copeland, non è uno di loro: a lui piace ascoltare la canzoni della band, tranne una che proprio non sopporta. Si tratta della loro grande hit Message In A Bottle, brano uscito nel 1979 e appartenente a Reggatta de Blanc, il secondo disco in studio del celebre gruppo britannico.
“Se mi trovo in macchina da solo e parte una nostra canzone alla radio la ascolto – ha detto il batterista parlando con Joe Benson durante una puntata di Ultimate Classic Rock Nights – tuttavia, ci sono delle cose che farei in modo un po’ diverso adesso. Ad esempio, alla fine di Message In A Bottle ci sono troppe sovraincisioni di batteria… è una canzone davvero grandiosa, ma poi quando arriva alla fine io cambio stazione radio perché penso di averla rovinata. Dov’era Andy in quel momento? – si è chiesto, riferendosi al chitarrista Andy Summers – Lui rappresentava davvero un ottimo filtro per queste cose, perché tutti noi tendevamo a esagerare. E a quel punto Andy ci diceva ‘No, così è troppo. Meglio un po’ di meno’. E di solito aveva ragione… Dov’era quando avevo bisogno di lui per la parte finale di Message In A Bottle?”.
Copeland, in sostanza, ancora oggi pensa che la band avrebbe dovuto lavorare di più alla parte finale di questo brano e, a distanza di anni, è ancora insoddisfatto del risultato ottenuto, al punto di non riuscire ad ascoltare tutta la canzone. Nonostante questo, Message In A Bottle è ancora adesso una delle canzoni più amate e conosciute dei Police.
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