Pochi mesi fa, prima di partire per le date del tour degli Oasis in Corea e Giappone, Liam Galagher aveva esaltato i fan scrivendo sui social: «Non siamo neanche arrivati a metà». E sul palco dell’ultimo concerto allo stadio di Wembley aveva addirittura detto nel microfono: «Ci vediamo l’anno prossimo».
Adesso, dopo la fine del tour a San Paolo in Brasile e in attesa dell’uscita del documentario sulla reunion del decennio girato da Steven Knight (il creatore della serie di culto Peaky Blinders), Liam ha gelato tutti: «Mi dispiace ma non faremo niente nel 2026».
I fan lo hanno pressato parecchio sul suo profilo X, perché si è parlato molto di un ritorno trionfale a Knebworth a 30 anni dallo storico concerto del 1996, anche grazie all’uscita inaspettata di una nobile inglese, Lady Taylor di Stevengae che parlando alla Camera dei Lord ha detto: «A giugno ci saranno cinque concerti degli Oasis nella fantastica Knebworth House, molto vicino a casa mia», e di altre date all’Etihad Stadium di Manchester, lo stadio della squadra di Liam e Noel, il Manchester City.
We’re not doing anything in 2026 sorry
— Liam Gallagher (@liamgallagher) December 6, 2025
Liam ha risposto come sempre a tutti i messaggi, ma ha chiarito: «L’anno prossimo non succederà niente, tranne la Coppa del Mondo». Dopo 41 date in 141 giorni, la pausa che gli Oasis hanno annunciato di volersi prendere diventa piuttosto lunga. In un messaggio ai fan (in cui hanno citato ironicamente un articolo del giornalista Simon Price: «La forza culturale più dannosa della storia britannica recente ha trovato il modo di arrivare al cuore e alla mente di una nuova generazione»), gli Oasis hanno riassunto la loro trionfale esperienza con toni poetici, ricordando alcune delle date più spettacolari: «Dalla Gallagher Hill a River Plate, da Croke Park alle sponde del Royal Canal fino alla Città degli Angeli: l’amore, la gioia, le lacrime e l’euforia non verranno mai dimenticate».

