David Gilmour sul catalogo dei Pink Floyd: "Sarebbe un sogno venderlo. Non per i soldi, ma per liberarmi dalle discussioni"

Una delle questioni rimaste ancora aperte nella lunga discussione sull’eredità dei Pink Floyd, con il conflitto sempre più lungo e insanabile tra David Gilmour e Roger Waters che incombe su tutto, è quello sulla vendita del catalogo della band. I Pink Floyd si sono formati a Londra nel 1965 e hanno pubblicato dodici album con Roger Waters e tre con David Gilmour come leader (A Momentary Lapse fo Reason del 1987, The Division Bell del 1994 e The Endless River del 2016), vendendo in totale oltre 250 milioni di copie, e sono una delle band di maggior successo di sempre nella storia del rock.

Secondo quanto ha raccontato David Gilmour in una nuova lunga intervista per la rivista Rolling Stone è ancora oggi molto difficile raggiungere una decisione per qualsiasi cosa riguardi la band: «Funziona con un sistema di veto. Ci sono tre persone che dicono di sì e una che dice di no». Lo stesso accade con l’eventuale decisione di vendere il loro catalogo di immenso valore. Se ne parla dal 2022 e secondo David Gilmour: «La discussione è ancora in corso».

Il chitarrista dei Pink Floyd ha detto di non volere in nessun modo ancorato al suo passato, e che l’unica cosa che gli interessa davvero è il futuro, come ha spiegato presentando il suo nuovo album Luck and Strange: «Alcuni dei vecchi dischi dei Pink Floyd mi sembra siano stati fatti da qualcun altro, secoli fa». Nel 2019 ha anche messo all’asta (per un totale di 21,5 milioni di dollari) ben 126 strumenti e chitarre della sua collezione, tra cui la Fender Stratocaster Black Strat che ha suonato negli album più famosi dei Pink Floyd, ed ora sarebbe pronto a fare lo stesso con il catalogo di canzoni della band. «Sarebbe il mio sogno venderlo» ha detto, «Non per l’aspetto economico, ma solo per liberarmi dal peso delle discussioni e dei litigi su cosa farne».