Rock News
14/09/2025
La storia personale di Jim Morrison dall’infanzia in una famiglia conservatrice della Florida con un padre militare che comandava le portaerei della Marina alla fuga a Los Angeles per studiare cinema alla UCLA, dall’incontro con Ray Manzarek sulla spiaggia di Venice Beach alla trasformazione in una delle rockstar più travolgenti nella storia del rock con i Doors, fino alla morte misteriosa a 27 anni a Parigi dove inseguiva il sogno di essere un poeta, ha affascinato il mondo del cinema per molti anni.
Martin Scorsese, Brian De Palma e William Friedkin hanno tentato di girare un film su Jim Morrison, ma nel 1985 quando la Columbia Pictures acquista i diritti su di lui dalla famiglia (in seguito vengono ceduti alla Imagine Films e alla Carolco Pictures) la scelta dei produttori cade su Oliver Stone. Il regista americano condivide alcune delle caratteristiche che hanno reso Jim Morrison così importante: è un esponente della controcultura, un ribelle del cinema con un linguaggio potente e diretto (ha scritto la sceneggiatura di Scarface di Brian De Palma e nel 1978 ha vinto un Oscar per quella di Fuga di mezzanotte di Alan Parker), nel 1967 si è arruolato volontario nell’esercito per otto mesi durante la guerra in Vietnam, tornando con numerose onorificenze militari e la trama di Platoon con cui nel 1986 vince due Oscar, primo film di una trilogia antimilitarista e sul dramma dei reduci che continua con Nato il 4 Luglio nel 1989 (con cui vince un altro Oscar) e Tra Cielo e Terra del 1993.
Oliver Stone ha raccontato di aver scoperto i Doors proprio durante la guerra in Vietnam. Incontra Ray Manzarek, Robby Krieger e John Densmore dei Doors, la famiglia di Jim Morrison e quella della sua musa e fidanzata Pamela Courson (i primi accettano di comparire nel film solo in un flashback in forma di sogno, i Courson invece non vogliono che Pamela sembri responsabile della morte di Jim), legge centinaia di interviste e nell’estate del 1989 scrive la sceneggiatura del film che esce nel 1991: «È stata problematica, ma la musica ha aiutato a fondere tutti gli elementi insieme» dice il regista.
La scelta dell’attore che deve interpretare Jim Morrison è una delle questioni più importanti: negli anni 80 sono stati presi in considerazione Johnny Depp, Tom Cruise, John Travolta, Richard Gere ma anche rockstar come Michael Hutchence degli INXS, Oliver Stone pensa a Ian Astbury dei Cult (che rifiuta perché non è d’accordo sulla sceneggiatura) e poi sceglie Val Kilmer dopo averlo visto nel fantasy Willow di Ron Howard.
La preparazione di Val Kilmer per entrare nei panni di una rockstar così leggendaria è incredibile: si paga da solo le lezioni di canto e registra un provino di otto minuti in cui interpreta Jim Morrison in tutte le fasi della sua vita, prova per sei mesi imparando alla perfezione 50 canzoni dei Doors (15 delle quali sono nel film) e passa moltissimo tempo con il produttore dei Doors, Paul A.Rotchild che lo porta negli studi della Elektra dove sono stati registrati gli album e gli racconta storie, aneddoti e interpretazioni dei testi.
Ray Manzarek si rifiuta di incontrarlo, Robby Krieger e John Densmore accettano e quando sentono le sue versioni delle canzoni dei Doors ammettono di non riuscire a distinguere la sua voce da quella di Jim Morrison. Il film The Doors viene girato nel deserto del Mojave, a Los Angeles, Parigi e New York in 13 settimane: per girare le scene dei concerti Val Kilmer canta sulla musica dei Doors con la sua voce (senza seguire la traccia vocale di Jim Morrison), e solo per la celebre esecuzione di The End sul palco del Whisky a Go-Go di Hollywood sono necessari cinque giorni di riprese e 24 take. Val Kilmer ha fatto l’interpretazione più impressionante della sua carriera, riportando in vita Jim Morrison in tutta la sua potenza, la sua fragilità e la sua grandezza artistica. Un ruolo da cui come ha detto lui stesso, pur essendo un divo di Hollywood abituato ad una vita fuori dal comune, Val Kilmer è riuscito ad uscire con grande fatica per tornare alla normalità.
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