Rock News
21/11/2023
Il blog di Nick Cave, chiamato The Red Hand Files è uno dei momenti di condivisione e di autenticità più intensi nella storia recente del rock. Uno spazio sicuro, un canale diretto tra artista e fan che il grande cantautore australiano ha deciso di aprire nell’autunno del 2018, definendolo “un esercizio spirituale”, un filo diretto di comunicazione con il pubblico che lo ha accompagnato negli ultimi anni.
In una delle ultime conversazioni sul blog Nick Cave ha risposto alle domande di un giovane e speranzoso cantante in cerca di consigli su come trovare la fiducia in sé stessi. Eugenio, diciassettenne di Roma, ha raccontato la sua mancanza di fiducia nelle parti vocali registrate per l’EP che sta componendo con la sua band, chiedendo al cantante dei Bad Seeds se dovesse aspettare a creare qualcosa fino al raggiungimento della perfezione nella composizione o se registrare e pubblicare ciò che già era stato scritto.
“Non so se voglio registrare e pubblicare un album su cui sto lavorando con una band di alcuni miei amici e di cui sono molto orgoglioso per quanto riguarda la parte strumentale”, ha chiesto il giovane Eugenio a Nick Cave, “Ma so che la mia parte vocale potrebbe essere migliore e che potrei aspettare ancora un po’ per creare qualcosa di cui essere orgoglioso al 100%; allo stesso tempo non voglio più aspettare perché abbiamo l’occasione di registrare in un ottimo studio e non voglio rallentare il processo. Cosa dovrei fare?”.
La risposta di Nick Cave non si è fatta attendere, raccontando al giovane ragazzo di Roma di essere diventato un cantante non perché fosse talentuoso e anzi, spesso era chiamato “non-musicale” nel suo gruppo di amici, ma perché aveva “la tenacia di farsi valere con le persone, era pieno di mancanze e spavalderia, contento di condannare coloro che avevano avuto la sfortuna di ascoltarlo”.
“Ho cantato, cantato e cantato ancora, perché sapevo che questo era quello che facevano i cantanti. Alla fine ho trovato una voce che potessi chiamare mia, e che potesse sostenere una melodia. Attraverso questo ho imparato qualcosa di molto prezioso, una sorta di insolente resilienza ai messaggi che percepivo, soprattutto nella mia testa, che mi dicevano che il mio modo di cantare poteva essere migliore. Mi sono fatto forza e sono diventato molto protettivo riguardo alla mia visione e ho imparato che la cosa che poteva migliorare era in realtà l’energia vitale che poteva spingermi avanti”.
“Se la tua intenzione è quella di diventare un cantante, Eugenio, hai bisogno di cantare, cantare e cantare ancora" ha continuato Nick Cave sul suo blog, "Andare o meno in studio quando ne hai l’occasione non è veramente un argomento su cui discutere. È il tuo dovere verso te stesso farlo. Se non cogli queste occasioni per cantare, potresti essere per sempre quel ragazzo malinconico che sbircia dalla finestra di un sogno che non ha mai avuto il coraggio di realizzare, e ci sono poche cose più dolorose in questo mondo di una persona che rinuncia ai suoi sogni. Sono passati 50 anni da quando avevo la tua età, in cui dubitavo e mi facevo le stesse domande che ti ponevi tu, ma eccomi ancora qui a cantare. Ti scrivo da uno studio nell’est di New York dove sto mixando il mio ultimo disco e mentre queste nuove e bellissime canzoni mi travolgono mi sento ispirato nel dirti che il privilegio di fare uno dei lavori più vulnerabili di tutti, essere un cantante, è bellissimo. E sedendo qui e riflettendo, posso dire, senza alcuna modestia, che la mia voce è migliorata molto ora, ma sai, potrebbe migliorare ancora”.
“Così sei un cantante, Eugenio? Lo sei? Se lo sei allora non hai altre opzioni" ha concluso il cantautore australiano, "vai in studio e fai le prove. Siamo obbligati a fare del nostro meglio per diventare quello che desideriamo, altrimenti rimarremo per sempre i dispiaciuti consorti della nostra stessa sconfitta. Canta Eugenio, canta. Con amore, Nick.”
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