Rock News
04/10/2023
Steve Vai, nato nel 1960 a New York, ha raccontato di aver iniziato ad amare la chitarra elettrica quando ha sentito l’assolo di Jimmy Page in Heartbreaker dei Led Zeppelin (come è successo a Edward Van Halen che dopo averlo visto in concerto in California ha perfezionato la tecnica del tapping). Aveva dodici anni, e ha iniziato a suonare ogni giorno durante il liceo, salendo sul palco con varie band della sua zona (The Ohio Express, Circus, Rayge). Nel 1978 sapeva già suonare benissimo e si è iscritto al Berklee College of Music di Boston, prima di fare l’incontro che cambierà per sempre la sua vita e la sua carriera.
Durante un corso di composizione a Berklee, Steve Vai si allena trascrivendo uno dei brani più complessi e sperimentali di Zappa, The Black Page, e lo registra con la sua band, i Morning Thunder. Frank Zappa lo contatta subito (lo chiama “Il piccolo virtuoso italiano”) e lo assume per trascrivere la musica dei suoi album Joe’s Garage er Shut Up’n Play Yer Guitar e come chitarrista della sua band a partire dai tour del 1980. «Suonavo delle parti di chitarra impossibili» ha raccontato Steve Vai che rimane con Zappa fino al 1983 prima di aprire il suo studio a Los Angeles e registrare il suo primo album Flex-Able in cui mette in mostra tutto il suo straordinario talento e ogni tipo di tecnica chitarristica con il brano The Attitude Song (che ha un tempo impossibile in 7/16 suonato su una base in 4/4).
In una nuova intervista però Steve Vai ha detto che niente è stato così difficile come imparare a suonare Alien Orifice dall’album Frank Zappa Meets the Mothers of Prevention del 1985. «Era un vero incubo» ha detto, «Me la sognavo di notte». Lavorare con un genio avanguardista come Frank Zappa è stato un allenamento incredibile: «Frank scriveva costantemente diversi tipi di composizioni musicali, dalle colonne sonore per orchestra ai pezzi per la band, che portava in studio già completi e divisi fra i vari strumenti. Poi mentre li provavamo in studio, cambiava sempre qualcosa e improvvisava».
Anche i quattro minuti di Alien Orifice sono nati così: «Ce l’ha fatta sentire da un piccolo registratore a cassetta che si portava dietro in una valigetta, insieme ai quaderni con i testi, penne e pacchetti di sigarette. Non capivo come suonarla, così sono andato da lui durante un volo in aereo e ne abbiamo parlato. Lui mi ha detto: “non preoccuparti” e poi ha iniziato ad aggiungere delle parti di chitarra ancora più complicate. Dovevo restare seduto al mio posto!». Steve Vai ha raccontato che l’esperienza con Zappa è stata esaltante, ma ancora oggi gli procura un incubo ricorrente: «Sogno di uscire sul palco per fare un concerto, ma è un concerto di Frank Zappa e la prima canzone della scaletta è Alien Orifice. Lo guardo e gli dico: Frank sono passati 45 anni, non me la ricordo. E lui mi dice: devi suonarla».
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