Rock News
14/04/2023
Il 31 maggio 1972 i Pink Floyd entrano agli Abbey Road Studios di Londra per registrare l’album più famoso e importante della loro carriera, The Dark Side of the Moon. Una session leggendaria che dura fino al 9 febbraio 1973 nella quale la band di Roger Waters, David Gimour, Nick Mason e Richard Wright costruisce una sinfonia moderna di canzoni, suoni ed atmosfere immaginando un viaggio verso il lato buio della Luna come metafora di un’esplorazione degli aspetti più oscuri e profondi dell’animo umano, parlando di assenza, follia, mortalità, avidità.
Il risultato è un album di musica rock complessa ma sublime ed immediata che conquista il mondo: The Dark Side of the Moon esce il 1 marzo 1973, va al numero in classifica in America e al numero 2 in Inghilterra e vende oltre 45 milioni di copie. Una delle soluzioni che rendono l’album così immersivo ed affascinante è l’idea di Roger Waters di inserire delle voci registrate tra una traccia e l’altra, frammenti di conversazione, riflessioni filosofiche, parole e risate che danno l’impressione di essere in studio con la band.
Roger Waters scrive delle domande (“Hai paura di morire?” “Quando è stata l’ultima volta in cui hai avuto un comportamento violento?” “Pensavi di avere ragione?” Qual’è il tuo colore preferito?”), accende un microfono nello Studio 3 e chiede alle persone presenti ad Abbey Road di rispondere liberamente. Nell’album finiscono le voci dei roadie della band Roger “The Hat” Manifold e Chris Adamson, del road manager Peter Watts (padre dell’attrice Naomi Watts) e di sua moglie Patricia e soprattutto del portiere irlandese degli studi, Gerry O’Driscoll che chiude The Dark Side of the Moon dopo la trascendenza di Eclipse con una frase che sintetizza perfettamente il concetto alla base dell’album: “Non esiste il lato buio della Luna, è tutta buia. Solo la luce del sole la fa sembrare illuminata”.
Tra le persone intervistate dai Pink Floyd ad Abbey Road c’era anche quella di Paul McCartney, sua moglie Linda e del chitarrista dei Wings Henry McCollough. L’unica voce che si sente nell’album (“Non lo so, ero davvero ubriaco quella volta”) è quella di McCollough. Secondo uno degli aneddoti più famosi nella storia del rock, Roger Waters decide di eliminare Paul McCartney perché non apprezza il tono delle sue risposte: “Cercava in tutti i modi di essere divertente”.
Il disco più famoso dei Pink Floyd poteva contenere la voce di uno dei Beatles, ma non è successo. In una intervista recente, il batterista dei Pink Floyd Nick Mason ha confermato la storia, anche se ha dato una motivazione differente: “Sì, è vero. Sono stato io stesso a cancellare la voce di Paul McCartney e Linda da Money. Il problema è che erano troppo riconoscibili, non volevamo che il pubblico fosse distratto da una celebrità così grande. Però abbiamo usato il chitarrista dei Wings, Henry”.
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