Rock News
23/03/2023
Robert Plant ha iniziato la sua carriera nel mondo della musica quando a sedici anni ha deciso di lasciare la scuola e la casa dei genitori nelle Midlands inglesi per seguire il richiamo del blues. Nel 1967, mentre lavorava come operaio stradale per la ditta di costruzioni Wimpey di Birmimgham e come commesso nei grandi magazzini Woolworth ha registrato dei singoli blue per la CBS Records, poi ha suonato nei Crawling King Snakes e ha fondato i Band of Joy insieme al suo amico John Bonham, con cui nel 1968 è entrato a far parte delle band di Jimmy Page che al tempo si chiamava The New Yardbirds e poi ha cambiato nome in Led Zeppelin.
Oggi, dopo aver guidato i Led Zeppelin alla gloria, aver riformato i Band of Joy e una serie di altre band soliste tra cui Strange Sensation, Sensational Space Shifters e Saving Grace aver vinto cinque Grammy con l’album Raising Sand in collaborazione con Alison Krauss (seguito da Raise the Roof nel 2021), Robert Plant ha deciso di rivelare le band, i gruppi e i momenti della sua stessa carriera che non riesce a sopportare, e ha mostrato tutta la sua classe e la sua ironia.
David Coverdale
Negli anni 90, dopo aver curato l’edizione della compilation che fa conoscere i Led Zeppelin ad una generazione, Led Zeppelin Remasters e aver provato ancora una volta a riformare la band (Robert Plant dice di no: «Per non compromettere la mia carriera solista»), Jimmy Page registra a Vancouver un album con David Coverdale dei Whitesnake, Coverdale-Page che esce il 15 marzo 1993 e arriva al numero 4 in classifica in Inghilterra e al numero cinque in America. Robert Plant non la prende bene e liquida il progetto come una cover band venuta male: «È un bravo ragazzo, la sua integrità è discutibile. Lo capirei solo se i Whitesnake fossero una band giovane che ha appena visto il film The Song Remains the Same dei Led Zeppelin e dice: ok, imitiamoli».
I primi Led Zeppelin
Il disco di debutto dei Led Zeppelin, pubblicato il 12 gennaio 1969 e subito nella top 10 in America e Inghilterra è considerato un monumento del rock e il punto di inizio dell’elettrificazione del blues e la sua trasformazione in hard rock che ha reso i Led Zeppelin una delle più grandi rock band del mondo. Registrato in un mese agli Olympic Studios di Londra e prodotto da Jimmy Page (che paga anche le session) è una sfuriata di nove canzoni che entrano nella storia, da Communication Breakdown a Babe I’m Gonna Leave You a Dazed and Confusion. A Robert Plant però non piace: «Canto in modo orribile in diversi pezzi tra cui Babe I’m Gonna Leave You. Avrei dovuto davvero tenere la bocca chiusa»
Greta Van Fleet
È impossibile non fare paragoni tra il suono della band dei tre fratelli Kiszka da Frankenmouth, Michigan e gli Dei dell’Olimpo. I Greta Van Fleet hanno sempre detto di aver voluto fare un omaggio alla band di Jimmy Page, Robert Plant, John Bonham e John Paul Jones, ma il cantante dei Led Zeppelin li ha definiti con grande ironia: «Suonano come se fossero usciti da Led Zeppelin I». Sul cantante Josh Kiszka ha detto: «Ha preso in prestito il modo di cantare da qualcuno che conosco bene, che ci vuoi fare? Almeno hanno un po’ di stile, anche perché hanno detto di essersi ispirati allo stile degli Aerosmith»
The Who
Secondo la leggenda, quando Jimmy Page propone a Keith Moon di formare una band, il batterista degli Who risponde: «Precipiterebbe come un dirigibile di piombo», creando così il nome della band, i Led Zeppelin. Gli Who hanno esordito nel 1965 con l’album My Generation, quattro anni prima dei Led Zeppelin e hanno gettato le fondamenta del rock inglese, ma secondo Robert Plant avrebbero dovuto fermarsi dopo la morte di Keith Moon nel 1978, come hanno fatto i Led Zeppelin dopo quella di John Bonham: «Li vedo suonare negli stadi in America e mi sembra così ovvio, triste e noioso. Il fatto che siano andati avanti senza Keith rimarrà sempre un mistero per me. Non mi interessa far parte di questo aspetto dell’intrattenimento musicale. Ho già suonato a Las Vegas».
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