Rock News
05/11/2021
Il nome di un delle rockstar più famose di tutti i tempi è nato sul palco di un locale jazz.
Gordon Matthew Thomas Sumner, nato nella cittadina portuale di Wallsend del 1951, figlio di un lattaio e di una parrucchiera, studente della Northumbria University dove si laurea nel 1974 diventando insegnante della St.Paul’ First School di Cramlington, suona tutti i weekend nei jazz club di Newcastle con una band chiamata Phoenix Jazzmen.
Una sera il leader della band, Gordon Solomon, lo vede arrivare indossando un maglione a righe gialle e nere e secondo quanto ha raccontato lui stesso: «Mi ha detto che sembravo una vespa». Nasce così Sting, (in inglese “pungiglione”) un nome che è diventato un’icona nella storia della musica. Nel gennaio 1977 Sting si trasferisce da Newcastle a Londra e forma con Stewart Copeland e Henry Padovani (poi sostituito da Andy Summers) i Police che fino al 1983 piazzano cinque album al numero uno in classifica in Inghilterra e diventano uno dei gruppi più famosi del mondo. Nel 1985 Sting torna al jazz ed esordisce come solista con The Dream of the Blu Turtle, primo di una serie di quindici album di sperimentazioni sonore, canzoni raffinate e commistioni di generi dal blues al jazz al rock, fino all’ultimo The Bridge in uscita il 9 novembre 2021. «Nessuno mi ha mai chiamato Gordon» ha detto Sting nel documentario Bring on the Night del 1985, quando un giornalista lo chiama Gordon, «Mia madre mi chiama Sting, i miei figli mi chiamano Sting. Chi è Gordon?».
Il cambio di nome è un passaggio fondamentale nella creazione di un personaggio e spesso nella storia del rock ha dato agli artisti la libertà e la forza per far esplodere la propria personalità in quella di una rockstar: Farrokh Bulsara che diventa Freddie Mercury, Reginald Kenneth Dwight che diventa Elton John e molti altri. Per Sting è stato un modo per trovare il proprio posto nel mondo della musica, e iniziare la propria carriera: «Esiste questo rituale, cambi qualcosa nel profondo e diventi un'altra persona. Tutti nasciamo con un nome, c’è chi nasce chiamandosi Elvis Presley o Michael Jackson. Ma alcuni di noi devono cambiare il proprio nome» ha spiegato in una intervista in cui ha lanciato l’album The Bridge «Non è qualcosa che ho fatto da solo, Sting è un nome che mi è stato dato quando avevo 18 anni. I tuoi genitori ti danno un nome ma non sanno davvero chi sei. I tuoi amici invece lo sanno benissimo». Sting ha anche spiegato che la cosa più importante per un cantante deve essere sempre la ricerca dell’originalità: «Non devi essere per forza il più grande cantante del mondo, devi essere unico. Ogni volta che canti le persone devono dire: “Quello è Bob Dylan”, “Quello è Bono” oppure “E’ Sting”».
Quando è diventato Sting, Gordon Sumner era solo un professore appassionato di jazz (le altre band con cui ha suonato sono la Newcastle Big Band e i Last Exit). Il successo con i Police e il singolo Roxanne, numero 12 in classifica in Inghilterra nel 1979 è arrivato dopo, e per Sting questo lo ha aiutato ad avere una carriera così lunga: «Quando sono diventato famoso con i Police avevo avuto una vita, avevo fatto un lavoro vero, pagato il mutuo e avevo un figlio. Queste cose ti fanno apprezzare molto di più la realtà, e credo mi abbiano salvato la vita. Sarebbe stato diverso se il successo fosse arrivato a 20 anni». Per questo, ancora oggi Sting non si stanca mai di cantare la canzone che gli ha cambiato la vita: «Ogni volta che faccio Roxanne in concerto mi dico: sono più di 30 anni che canto questa canzone, e lei continua a non ascoltarmi!»
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