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"Mi manchi come un concerto", lo scatto simbolo della speranza nella musica al tempo del Covid-19

Ha fatto il giro del mondo lo scatto del fotografo Francesco Luongo: "volevo raccontare quell’inquietudine che in tanti hanno percepito"

"Mi manchi come un concerto", lo scatto simbolo della speranza nella musica al tempo del Covid-19

Pic: francesco_blues_luongo

03/02/2021

Ha fatto il giro del web e non solo lo scatto sul lungomare di Livorno immortalato dal fotografo Francesco Luongo in cui è impressa la scritta "Mi Manchi Come Un Concerto", realizzata dallo streetartist Gabriele Milani.

La fotografia è stata ripresa e ricondivisa da migliaia di persone tra amanti della musica, artisti e operatori del settore che in questo ultimo anno sono stati costretti a fare i conti con la quasi totale paralisi degli eventi musicali, teatrali e artistici, lasciando un vuoto culturale pressoché incolmabile.

Lo scatto è stato realizzato a Livorno, alla rotonda dell’Ardenza, e la frase diventata simbolo cerca di colmare un vuoto su quel cartellone di metallo, solitamente utilizzato per sponsorizzare concerti, opere ed eventi. In un'intervista rilasciata al quotidiano online toscano LivornoToday, il fotografo Francesco Luongo ha descritto l'idea che l'ha spinto a scattare quella fotografia e il significato che ha voluto racchiudere in ogni elemento che compone l'immagine: "Ho cercato di fare la fotografia che avevo in testa, sapevo di quella scritta per averla vista sui social ma non sapevo chi fosse l’autore, l’ho scoperto dopo. Ho aspettato quel momento esatto, quella ragazza che andava via, il mare mosso, ho usato un’esposizione lunga a mano libera perché cercavo esattamente quella sensazione lì, volevo raccontare quell’inquietudine che in tanti hanno percepito".

Gabriele Milani, artista livornese e autore della scritta, ha così spiegato al magazine online fiorentino le motivazioni che l'hanno spinto a realizzare quella semplice e potentissima frase sul cartellone pubblicitario: "Non credevo potesse arrivare così lontano ma è comprensibile perché quelle poche parole raccontano un vuoto che sentiamo tutti. La mancanza di un concerto, ma anche di un film al cinema, di uno spettacolo a teatro, è la mancanza stessa della condivisione di un'esperienza bella, intensa. Faccio il volontario e so bene quello che la pandemia sta portando anche a causa del distanziamento, viviamo tutti un vuoto dato dalla mancanza di normalità e la cosa peggiore è che non sappiamo quanto durerà"

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