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John Lennon, la storia del capolavoro Instant Karma!

Il brano è considerato uno dei più belli mai realizzati da John Lennon ma non raggiunse mai la vetta delle classifiche dei singoli più venduti

The Beatles

31/01/2021

Instant Karma! è stata scritta a Londra e registrata nell’arco di una giornata (negli studi di Abbey Road), il 27 gennaio 1970, e pubblicata soltanto dieci giorni dopo, con Lennon che una volta si vantò di averla "scritta a colazione, registrata a pranzo ed editata per cena". Anche se questa è un’esagerazione, Instant Karma! è stata una delle canzoni più 'veloci' che Lennon abbia mai scritto. La scelta di John di far uscire il brano così alla svelta, segnò ufficialmente la fine dei Beatles e il vero inizio della sua carriera solista.

Il grande pubblico era ancora ignaro della scissione in atto dei Fab Four, ma John, Paul, George e Ringo stavano remando in direzioni diverse già da qualche tempo. In più, il gruppo era bloccato da una serie di aspre battaglie sulle uscite soliste dei suoi componenti. Instant Karma! è stata pubblicata con la Plastic Ono Band il 6 febbraio 1970 e rimane una delle canzoni di maggior successo di Lennon.

Lo spunto del brano arrivò da una conversazione tra l’autore, Yoko Ono, l’ex marito di quest’ultima Tony Cox e la nuova moglie di lui Melinde Kendall, in cui il quartetto discuteva dell’idea che l’unione dell'umanità per combattere il male nel mondo avesse bisogno di un inno.

"Tutti parlavano del karma, specialmente negli anni Sessanta", rivelò Lennon in un'intervista del periodo, "ma pensai che il karma è istantaneo, così come influenza la tua vita passata o la tua vita futura. Esistono davvero conseguenze a ciò che fai ora. Questo è ciò di cui la gente dovrebbe preoccuparsi".

Lennon poi chiamò George Harrison per farsi aiutare ad arrangiare la canzone dopo aver finito di scriverla. E Harrison chiamò il produttore Phil Spector per registrarla nel modo migliore possibile.

“John mi telefonò una mattina di gennaio e mi disse: ‘Ho scritto questa canzone, la registrerò stanotte e la farò stampare e uscire domani”, racconto più tardi il chitarrista. Risposi: 'Ok, ci vediamo in città'. C'erano solo quattro persone durante la session: John suonava il piano, io la chitarra acustica, Klaus Voormann il basso e Alan White la batteria. Registrammo la canzone e poi Phil Spector la sistemò aggiungendo cori e sovraincisioni di pianoforte per renderla perfetta".

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