Rock News
07/01/2021
Oggi No One Knows dei Queens Of The Stone Age è un classico del rock: quando fu pubblicata nel 2002, però, rappresentò un’eccezione, non solo per i suoi riff coinvolgenti e la sua melodia orecchiabile, ma anche per la sua struttura che la rende diversa da qualsiasi altra canzone.
“Quando si parlava di pubblicarla come singolo – ha raccontato il bassista dei QATSA, Nick Oliveri, come riporta loudersound.com – io ho detto ‘Questa è una canzone di cinque minuti. C’è una parte di jammin, una parte di basso e un pezzo di batteria. Cosa intendete fare, davvero per voi è un singolo? Il brano verrà tagliato e l’ultima cosa che voglio è che qualcuno modifichi la nostra canzone’. Tuttavia – ha proseguito – alla fine abbiamo pensato che avremmo potuto scartare tutte le altre canzoni. Tra tutti i singoli che avremmo potuto scegliere, alla fine abbiamo deciso di andare avanti con l’unico che avrebbe dovuto essere scartato”.
Oliveri non ha tutti i torti: nell’album Songs For The Deaf ci sono molte canzoni che avrebbero potuto funzionare bene come singoli, come ad esempio Go With The Flow, Gonna Leave You e First It Giveth. Il disco aveva davvero un alto potenziale ed era stato realizzato con una line-up incredibile, che comprendeva anche Dave Grohl dei Foo Fighters alla batteria e Mark Lanegan che ha cantato in alcuni brani. Per il frontman dei Foos quella fu un’occasione importante, perché tornò a ricoprire il ruolo di batterista, quello per il quale divenne famoso con i Nirvana: “Per me rappresentò la possibilità di tornare a suonare seriamente la batteria per la prima volta dopo circa otto anni – ha raccontato – quindi è stata davvero una bella esperienza e ha fatto rinascere in me l’amore folle per la musica rock, che poi è il primo vero motivo per il quale ho intrapreso la carriera di musicista”.
Anche per i QOTSA suonare con questo musicista è stato importante: “Quando stavamo registrando No One Knows – ha raccontato ancora Oliveri – io pensavo ‘Questa è forte, stiamo suonando con Dave Grohl!’. No, scherzo – ha aggiunto ridendo – questo brano è stato creato da Josh Homme dall’inizio alla fine, anche se penso che Lanegan gli abbia dato una mano”.
Alla fine No One Knows si è rivelato un vero successo, anche se il bassista pensava non fosse la canzone giusta da presentare come singolo. Oltre ai riff e alla melodia, ad aver colpito il pubblico è stato anche l’enigmatico testo. I fan non riuscivano a interpretarlo: qualcuno pensò parlasse di droga, qualcun altro ipotizzò parlasse di un viaggio considerando i riferimenti a deserti e oceani; altri, invece, la interpretarono come una canzone d’amore.
In un’intervista per MTV, neanche Josh Homme riuscì a spiegare il testo di questa canzone: “Di cosa tratti è un mistero – disse – nessuno lo sa. È quasi una canzone alla Beatles, con un ritmo trainante che la rende abbastanza agitata”. Anche il video del brano ha contribuito di certo al suo successo: nella clip Homme, Oliveri e Lanegan interpretano dei cacciatori che viaggiano su una jeep e investono accidentalmente un cervo per la strada. L’animale, però, torna in vita e si vendica di loro picchiandoli, poi spaventa un gruppo di boy scouts che cantano intorno a un fuoco e infine si mette alla guida della jeep. Sembra una sorta di allucinazione e di certo non si può dire che il video non sia originale. Il merito, in realtà, fu del regista Dean Karr che non ha solo diretto la clip, ma ha anche scritto la trama della storia rappresentata. Il regista spiegò ciò che aveva in mente a Josh Homme alle 5:30 del mattino, dopo la sua festa di compleanno: “In pratica – ha spiegato il cantante – è il risultato dei vaneggiamenti da ubriaco di Dean Karr”.
Comunque siano andate le cose, anche la scelta del video fu azzeccata e i Queens Of The Stone Age ottennero un grande successo e realizzarono un tour che li portò in giro per il mondo dal maggio del 2002 a gennaio del 2004. Ben presto i musicisti si resero conto che No One Knows li aveva di fatto portati a un nuovo livello della loro carriera. Anche Oliveri alla fine si arrese e ammise che il brano fu davvero la scelta giusta: “Me ne sono reso conto quando abbiamo iniziato ad avere una stanza in albergo!”, ha commentato in proposito. Oggi questa canzone è una vera icona del rock dei primi anni 2000 ed è rimasta nel cuore di tutti i fan della band.
Rock News