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Nella notte tra il 22 e il 23 dicembre 1987 Nikki Sixx, il leggendario bassista e fondatore dei Mötley Crüe, fu dichiarato morto per due minuti a seguito di un’overdose di eroina. Da quel momento in poi la sua vita cambiò definitivamente.
Ma come andarono le cose durante quella nottata al Franklin Plaza Hotel di Los Angeles?
Come si può immaginare i racconti e le testimonianze di quell'episodio non sono certamente chiari per nessuno dei presenti ma tutto si svolse in compagnia di Slash e Steve Adler dei Guns N' Roses e Robbin Crosby dei Ratt.
Dopo una notte di festa sfrenata a base di droghe Nikki Sixx decise di iniettarsi l'ultima dose di eroina con l'ultima siringa rimasta e in un attimo perse i sensi. Durante questa ennesima e violentissima overdose le cose andarono diversamente rispetto al passato, Sixx divenne immediatamente cianotico e nessuno riusì a svegliarlo o rianimarlo. Come raccontato dallo stesso bassista all'interno del libro The Heroin Diaries: A Year in the Life of a Shattered Rock Star fu Sally McLaughlin, l'allora compagnia di Slash, a tentare una respirazione bocca a bocca sul corpo senza sensi di Sixx mentre il chitarrista dei Guns N' Roses, completamente ignaro di ciò che stava accadendo, era intanto a distruggere il bagno della stanza.
Nonostante Sixx non mostrava alcun segno di vita i paramedici sopraggiunti in breve tempo sul posto provarono a somministrare al bassista una dose di adrenalina. Il bassista ha raccontato che nel libro biografico della band The Dirt: Confessions of the World's Most Notorious Rock Band che in quel momento stava sperimentando una sorta di esperienza extracorporea: "Provai a mettermi a sedere per capire cosa stesse succedendo. Pensai che sarebbe stato difficile sollevare il mio corpo. Ma con mia sorpresa mi sembrava di essere in piedi, come se non pesassi nulla. Poi è stato come se qualcosa di molto dolce mi stesse afferrando la testa e mi tirasse verso l'alto. Sopra di me era tutto bianco. Guardai verso il basso e capii che stavo lasciando il mio corpo terreno. Nikki Sixx, o il contenitore sporco e tatuato che un tempo mi conteneva, giaceva coperto con un lenzuolo in faccia disteso su una barella spinta dai paramedici dentro un'ambulanza".
In mezzo a tutta quella confusione la notizia della morte di Sixx venne immediatamente trasmessa in radio. Nel libro The Heroin Diaries Vince Neil ricorda quel momento così devastante: "Forse nel profondo sapevo che sarebbe successo un giorno, ma mi fece a pezzi quella notizia perché amavo Nikki, anche se era un arrogante egoista. Piansi. E fu la prima volta che lo feci".
Ma poi, senza alcuna apparente spiegazione scientifica, Sixx si svegliò poche ore dopo in ospedale e, non felice di trovarsi in quel posto, se ne andò dalla struttura senza dire niente a nessuno: "C'era un poliziotto che mi faceva delle domande, quindi gli dissi di andare a farsi fottere. Strappai dei tubi e mi ritrovai vestito solo dei miei pantaloni di pelle nel parcheggio, dove due ragazze adolescenti stavano piangendo per me attorno a una candela. Avevano sentito alla radio che ero morto e sembravano un po' sorprese di vedermi". Le adolescenti diedero al bassista una loro giacca, un depliant su come smettere di drogarsi e un passaggio a casa, sulla loro Mazda.
L'episodio venne ripreso anche nella trasposizione cinematografica di The Dirt, il film biografico sulla storia dei Mötley Crüe.
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