15/01/2013
"È lecito interrogarsi su quale sia questo stato - raccontano i Blastema - lo stato interiore, dimesso e mai pienamente appagato? Lo stato sociale, sempre più scollato, precario, fragile? Lo stato ‘nazione', oramai sconsacrato da quegli stessi simboli che avrebbero dovuto garantirne la legittimità e il decoro? Lo stato dei fatti, degli accadimenti, delle cose, come declinazione d'esistenza appena trascorsa. Un liberato che guarda la cella ancora tiepida del proprio umano tepore. Destarsi al di fuori. Nel successivo. Nel susseguente; aprire gli occhi e nell'incertezza del coraggio, della paura, guardare".
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