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Nirvana: quanti soldi guadagnò realmente Kurt Cobain per “Nevermind”? L'intervista esclusiva del 1991
In un’intervista mai ascoltata prima, trasmessa da CTV, il frontman dei Nirvana parla di quanto guadagnò realmente per “Nevermind”
“Nevermind” è il secondo album in studio dei Nirvana.
Uscito il 24 settembre del 1991, è considerato uno dei dischi più belli e fondamentali non solo degli anni ’90, ma della storia del rock in assoluto. “Smells Like Teen Spirits” e “Come As You Are” sono tra i brani più ascoltati di sempre, che a 27 anni di distanza ancora fanno emozionare. In un’intervista inedita e mai ascoltata del 1991, Kurt Cobain avrebbe rivelato quanto la band fu pagata dalla casa di produzione Geffen Records per questa pietra miliare del mondo della musica. L’intervistatore Roberto Lorusso, un musicista in erba che all’epoca aveva solo 21 anni, chiede a Kurt se l’accordo iniziale fosse davvero di 750.000 dollari, il frontman risponde: “No, non abbiamo guadagnato così tanto”. Quanto allora? L’accordo è stato per molto meno e alla fine i Nirvana non si sono tenuti molto.
“Abbiamo ricevuto 175mila dollari – continua Kurt nell’intervista – ma il 33% lo abbiamo versato in tasse, il 15% è andato al nostro avvocato, il 10% al nostro manager, il 70% per la Sub Pop. Alla fine avevamo 20mila dollari per comprare le attrezzature. Non ho neanche più un posto dove andare vivere”. E prosegue; “Siamo stati in tour per così tanto tempo che non ho avuto la possibilità di cercare una casa, sono stato sfrattato dal mio appartamento circa 3 mesi fa. Ogni volta che torniamo, abbiamo solo pochi giorni a disposizione, quindi di solito vado da mia madre”.
Con queste parole Kurt non vuole dire di essere povero, tutt'altro: “Non siamo in difficoltà, anzi stiamo bene economicamente. Sono più soldi di quanti ne abbia mai avuto nella mia vita. Essere in grado di pagare l’affitto ogni mese è fantastico, non oso chiedere di più”.
L’intervista inedita è stata fatta il 20 settembre del 1991, solo 4 giorni prima dell’uscita di Nevermind, il disco che avrebbe ufficialmente proiettato la band verso l’olimpo del grunge e che la rese portavoce della Generazione X.