Rock News
24/02/2025
Nel dicembre 1991 Eric Clapton pubblica una canzone che rappresenta in modo unico il significato più profondo del blues come sublimazione del dolore. È Tears in Heaven, scritta da Eric Clapton insieme al cantautore Will Jennings per la più improbabile delle ragioni, la richiesta da parte dell’etichetta di un pezzo per la colonna sonora di un film di azione, Rush, che il più grande chitarrista del mondo usa come momento di introspezione personale per superare la tragedia di suo figlio Conor, morto a soli quattro anni il 20 marzo 1991 dopo essere caduto dalla finestra dell’appartamento al 53esimo piano in cui viveva con la madre Lory Del Santo a New York.
«Non ho mai vissuto un’esperienza più intensa di quella canzone» ha detto Will Jennings, che Clapton ammira per il lavoro fatto con Steve Winwood. «Tears in Heaven non doveva neanche essere pubblicata» ha detto invece Clapton, «L’ho scritta per non impazzire, la suonavo a me stesso in continuazione finché è diventata parte di me».
Rush è un impegno contrattuale che Clapton decide di assolvere nel momento più difficile della sua vita, per buttarsi completamente sulla musica. Clapton ha dovuto vivere anche un momento straziante, quando ha ricevuto una lettera con le prime parole scritte da Conor, che Lory del Santo gli aveva inviato via posta per fargli una sorpresa, arrivata dopo il funerale del piccolo. Eric Clapton non ha mai smesso di suonare Tears in Heaven: «Per me quella canzone fa parte di un processo di guarigione, e voglio condividerlo con le persone che amano la mia musica, il pubblico». Prima di scrivere Tears in Heaven, Eric Clapton ha raccontato di essersi isolati da tutto in una casa sull’isola di Antigua ai Caraibi: «Per mesi non ho fatto altro che schiacciare zanzare e suonare una piccola chitarra spagnola che mi ero portato dietro» ha detto, «Ho continuato a suonare e suonare per mesi, senza parlare con nessuno, finchè non ho avuto la sensazione di risalire verso la superficie e sono riuscito a curarmi e a venire fuori». Clapton ha detto di essere riuscito a superare quel momento grazie a Ruth, la bambina che aveva avuto due anni prima da Yvonne Kelly: «Ho capito di essere in grado di abbracciare ancora un bambino. Ruth è stata fondamentale. Non avevo idea di quanto potere potesse avere un bambino su un adulto».
Tears in Heaven diventa una delle canzoni più famose di Eric Clapton, anche grazie alla versione acustica fatta durante il concerto Unplugged del 1992, arriva al numero cinque in Inghilterra e nella Top 10 in venti paesi nel mondo e vince tre Grammy Award.
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