Rock News
18/12/2024
“Le persone ascoltano la musica per tante ragioni diverse. Per qualcuno è un sottofondo, per altri è una cosa necessaria per sopravvivere” Eddie Vedder ha spiegato così il suo legame profondo con le canzoni e i musicisti che hanno accompagnato il suo percorso di via, da un’infanzia tormentata a Chicago senza un padre (che divorzia subito da sua madre Karen Vedder) al trasferimento a San Diego, fino alla scoperta della morte del padre e l’immersione nella cultura e nel linguaggio espressivo del rock che lo hanno fatto diventare uno dei cantanti più intensi della musica americana dagli anni 90 in poi.
“Crescere non è stato facile per me, la musica mi ha salvato la vita”. Eddie Vedder ha indicato una band che gli ha permesso di uscire dalla sensazione di isolamento che provava a quindici anni: “Non avevo assolutamente nulla a parte la musica, e poi ho scoperto Quadrophenia degli Who. Pete Townshend, ovunque tu sia e che tu lo sappia o no, mi hai salvato la vita”. Il racconto del viaggio interiore che porta il protagonista di Quadrophenia Jimmy Cooper dalla disillusione alla vita di strada con una gang di Mods e poi alla scoperta della propria identità scritto da Pete Townshend nel 1973 e ambientato nell’Inghilterra dei primi anni 60 in cui era cresciuto è una rappresentazione affascinante di un disagio generazionale universale, espresso con una musica travolgente e urbana che mette insieme rock, blues e R&B. “Ricordo ancora la prima volta che ho sentito la musica degli Who uscire dal giradischi: ho sentito ribellione, aggressività, sentimenti, anima. Distruzione. Tutto dentro ogni disco degli Who: Quadrophenia, Tommy, Who’s Next. Immagiate cosa vuole dire avere dieci anni e trovarsi di fronte quella locomotiva lanciata a tutta velocità che è Live at Leeds".
Eddie Vedder ha realizzato diverse volte il suo sogno di cantare le canzoni degli Who con Pete Townshend e Roger Daltrey: dopo la performance di I’m One nel 2003 e The Seeker nel 2022, l’ultima volta è stato a marzo 2023 sul palco della Royal Albert Hal di Londra durante il concerto benefico per il Teenage Cancer Trust, i cui ha cantato uno dei suoi pezzi preferiti degli Who, The Punk and the Godfather.
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