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Il 18 novembre 1993 i Nirvana entrano nei Sony Music Studios di New York per registrare una puntata dello show televisivo Unplugged in New York in cui registrano dal vivo quattordici canzoni in versione semiacustica davanti alle telecamere di MTV. La scelta di Kurt Cobain è quella di stravolgere le regole dello show televisivo: nessuna hit, sei cover su 14 pezzi, con brani poco conosciuti dei Vaselines, Leadbelly e Meat Puppets e una canzone che grazie ai Nirvana entra nell’immaginario degli anni ’90, The Man Who Sold the World di David Bowie.
David Bowie la scrive nel 1970 come metafora della sua tendenza alla trasformazione continua e come celebrazione del fascino irresistibile e pericoloso della doppia personalità. È un brano surreale e malinconico che si adatta perfettamente al mondo di Kurt Cobain che attacca la sua chitarra acustica Martin del 1959 ad un pedale fuzz box creando un suono ipnotico e sublime e canta con gli occhi chiusi la melodia sospesa tra realtà e sogno.
L’album MTV Unplugged in New York esce il 1 novembre 1994, quando Kurt Cobain non c’è più, debutta al numero uno in classifica in America e vende quasi sette milioni di copie. The Man Who Sold the World viene pubblicata come singolo nel 1995. David Bowie ha detto: «Sono rimasto sconvolto quando ho scoperto che Kurt Cobain apprezzava il mio lavoro. Mi sarebbe piaciuto moltissimo chiedergli perché ha scelto quella canzone. Sarebbe stato bellissimo lavorare con lui, ma anche solo parlargli».
Con la versione dei Nirvana, Bowie è entrato di colpo nell’indie rock anni ’90: «Prima di ascoltare The Man Who Sold the World non mi ero mai reso conto di fare parte del panorama musicale americano» dice «Sentivo di avere una presenza forte in Europa ma non negli Stati Uniti».
La musica e il suono di The Man Who Sold the World (che si dice Kurt Cobain abbia scoperto grazie ad una musicassetta di uno dei primi batteristi dei Nirvana, Chad Channing) non sono molto diversi dalla versione originale di Bowie, ma l’interpretazione di Kurt Cobain la rende unica e molto personale: «Se lo scopo di una cover è fare in modo che il pubblico non si accorga che si tratti di una cover, i Nirvana hanno fatto un ottimo lavoro» scrivono i critici. David Bowie ha scherzato sulla popolarità raggiunta da The Man Who Sold the World (il suo album omonimo del 1970 non era andato oltre la posizione numero 105 in classifica in America) grazie a Kurt Cobain: «So bene che quando la canto dal vivo, i ragazzi più giovani del pubblico dicono: “Che bello, Bowie sta facendo una canzone dei Nirvana!”».
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