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Roger Waters sostiene che Jon Bon Jovi sia "il cantante di un gruppo pop". Ecco perché

L'ex bassista dei Pink Floyd già scrisse una lettera al rocker del New Jersey nel 2015 riguardo un concerto a Tel Aviv

Roger Waters sostiene che Jon Bon Jovi sia "il cantante di un gruppo pop". Ecco perché

24/01/2024

Il genocidio è sempre sbagliato” con queste parole scritte in un post su X, Roger Waters è tornato ad occuparsi di uno dei temi più delicati della sua lunga attività di comunicazione sociale e politica, alla quale da sempre affianca la sua carriera di rockstar, la questione palestinese.

Il fondatore dei Pink Floyd nel corso degli anni è stato una delle voci più critiche nei confronti della politica di Israele, e ha sostenuto i diritti della popolazione  di Gaza e della Cisgiordania e la causa del popolo palestinese Ha anche  invitato spesso i musicisti americani e inglesi a rispettare il ruolo dell’arte come portatrice di valori umani universali, senza lasciarsi condizionare dalle esigenze economiche, e chiedendo quindi di non andare a suonare in Israele.

Nel 2015 ha scritto una lettera direttamente a Jon Bon Jovi chiedendogli di non fare un concerto programmato per il 3 ottobre a Tel Aviv in segno di solidarietà e rispetto verso i palestinesi e in quella occasione si era scontrato in un duro dibattito a distanza con il conduttore radiofonico più famoso d’America, Howard Stern, che lo ha accusato di antisemitismo. Pochi giorni fa, commentando l’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano in risposta agli attacchi di Hamas del 7 ottobre Roger Waters è tornato a parlare di quell’episodio, e dopo aver postato un video in cui ricostruisce i fatti dal 1947 ad oggi si è difeso dalle accuse dicendo: «Non giudico i governi in base alla religione o all’appartenenza etnica. Tutti possono sbagliare ma i diritti umani sono importanti e il genocidio dei palestinesi è atroce come quello dei nativi americani». Lo scorso dicembre Roger Waters ha anche condiviso un breve demo di un pezzo nuovo a cui sta lavorando dedicato a Gaza, una struggente ballad intitolata Under the Rubble.

E nel nuovo post su X, continuando a discutere con Howard Stern della questione palestinese ha citato la sua lettera del 2015 a Jon Bon Jovi (e ha fatto sorridere tutti definendolo “un personaggio pop”) dicendo che non avrebbe dovuto andare a Tel Aviv e schierarsi «Fianco a fianco» con il governo di Israele. 

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