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Green Day, tutti i segreti della copertina di Dookie raccontati da Billie Joe Armstrong

Il frontman della band di Berkeley: "Gli artisti della East Bay sono importanti come la musica"

Green Day, tutti i segreti della copertina di Dookie raccontati da Billie Joe Armstrong

18/01/2024

Il 1 febbraio 1994 esce in America il disco che porta definitivamente il suono e l’atteggiamento punk rock al successo, dieci anni dopo la rivoluzione scatenata dai Ramones: è Dookie, il terzo album di una band di Berkeley formata da Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Trè Cool, i Green Day.

I Green Day vengono dalla scena underground di Berkeley e da un club di puristi del punk chiamato 924 Gilman Street da cui provengono anche i Rancid, Operatyion Ivy, AFI e Offspring e in cui nessuna band che ha un contratto discografico con una major può salire sul palco, per rispettare il principio DIY del punk. I Green Day hanno fatto due album con una etichetta indipendente, la Lookout Records (39/Smooth del 1990 e Kerplunk del 1991), poi lasciano il 924 Gilman Street, firmano con la Reprise Record, trovano il produttore Rob Cavallo, entrano ai Fantasy Studios e in tre settimane registrano quattordici canzoni veloci, semplici e melodiche in cui riprendono il suono ruvido del punk anni settanta, parlano di sesso e noia e descrivono con sarcasmo e ironia la vita quotidiana della loro generazione.

Il risultato è il maggior successo punk di sempre: venti milioni di copie vendute, numero due in classifica, un Grammy Award come Best Alternative Album nel 1995. «Prima di iniziare a scrivere Dookie mi sentivo perso» ha detto Billie Joe Armstrong, «Non riuscivo a trovare la forza per convincere me stesso che stavo facendo qualcosa di buono». Si dice che abbia scritto tutti i testi di Dookie in soli due giorni, parlando di tutto quello che gli veniva in mente: la sua relazione con Adrienne in When I Come Around, il ricordo di una fidanzata del passato che non ha mai dimenticato in She, l’elogio della masturbazione in Longview e il racconto realistico dei primi anni della band in Welcome to Paradise, quando i tre membri dei vivevano insieme in una casa abbandonata a Oakland.

Il pezzo che cambia tutto però è un inno al disagio generazionale degli anni 90, all’incapacità di comunicare e condividere i disturbi mentali e alla frustrazione: “Il miglior modo di combattere l’ansia è scriverci una canzone sopra” ha detto Billie Joe Armstrong a proposito di Basket Case, 3 minuti di punk rock che lanciano la band al successo in classifica nel mondo.

Anche la copertina di Dookie è una dichiarazione: i Green Day mettono insieme la passione per il punk, i fumetti e l’umorismo dissacrante (il titolo è un termine dello slang californiano per indicare i bisogni corporali, all’inizio volevano intitolarlo addirittura Liquid Dookie) e creano insieme all’artista Richie Bucher che fa parte della loro stessa scena della East Bay una copertina in cui il loro nome esplode in mezzo ad una strada del centro di Berkeley, Telegraph Avenue in mezzo ad una serie di luoghi, personaggi e icone: gli amici di Berkeley, diverse scimmie, un cane che pilota l’aereo che sgancia la bombia, Angus Young degli Ac Dc, il fondatore delle Black Panthers Huey P.Newton, la Sather Tower della Unversity of California, Patti Smith sulla copertina di Easter, l’inquietante figura spettrale sulla copertina del primo album dei Black Sabbath e i pozzi di petrolio di Rodeo in California, un Elvis Presley a fine carriera e un omaggio a Rocket to Russia dei Ramones. «Volevamo che fosse un copertina diversa, che rappresentasse davvero il mondo della East Bay dal quale arrivavamo, in cui gli artisti sono importanti come la musica» ha detto Billie Joe Armstrong.

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