Rock News
06/07/2023
Nel 1992, Michael Stipe scrive il testo di una canzone destinata a incantare il mondo, Everybody Hurts, che esce il 5 aprile 1993 come quarto singolo dall’album Automatic for the People, uno dei dischi fondamentali degli anni 90. È un momento di riflessione interiore, di ispirazione intima e strumenti acustici, i REM cambiano suono scivolano nella poesia, e dipingono un paesaggio da sogno, grazie anche agli arrangiamenti di archi curati da John Paul Jones dei Led Zeppelin. Dopo il lungo tour mondiale dell’album Green del 1988 i REM sono sfiniti, non vogliono ripetere l’esperienza di un tour così impegnativo e subito dopo l’uscita dell’album Out of Time del 1991 tornano direttamente in studio tra Athens, Woodstock e Miami con i demo di tre canzoni proveniente dalle session dell’album precedente, Drive, Try Not to Breathe e Nightswimming.
Il batterista Bill Berry ha un’idea per una canzone, una ballad dall’atmosfera country e suoni indie con una base di batteria elettronica, che come ha raccontato il chitarrista Peter Buck: "Era lunga solo un minuto, non aveva ritornello e neanche un vero ritmo di batteria. Bill l‘ha scritta ma non ha suonato: eravamo solo io, Mike Mills e una drum machine” Michael Stipe è diventato un punto di riferimento del rock alternativo anche per i suoi testi misteriosi e indecifrabili, flussi di coscienza di parole che nascondo diversi significati e che spingono i fan a cercare di decifrarli. «Leggo tutte le interpretazioni delle mie canzoni, e sono tutte giuste dalla prima all’ultima» ha detto una volta Michael Stipe.
Per questa ballad struggente, invece, Michael Stipe scrive uno dei testi più chiari, diretti e potenti della sua carriera, Everybody Hurts: «Tutti soffrono a volte. Tutti piangono. Quindi tieni duro, resisti. Tutti soffrono non sei solo». Una mano tesa verso chi sta pensando di mollare perché non riesce ad andare avanti, qualunque sia la ragione, un tema molto delicato e diffuso tra gli adolescenti americani degli anni 90. «Di solito le canzoni di Michael hanno due o tre interpretazioni diverse, qui non c’è niente da scoprire. Dice quello che deve dire e il motivo per cui è così diretto è che si sta rivolgendo direttamente agli adolescenti». Si dice che Michael Stipe avesse scritto un’altra strofa ancora più diretta: «Tutti soffrono, anche il cantante di questa canzone». Poi però ha deciso di eliminarla per non concentrare l’attenzione del brano su di sé. Gli era successo due anni prima con una strofa di Losing My Religion dall’album Out of Time che li ha lanciati al successo in tutto il mondo, in cui dice: «Sono io nell’angolo e sono io sotto i riflettori». Peter Buck ha spiegato: «È rimasto segnato da Losing My Religion, perché la canzone non parlava affatto di lui. Ci ha detto: “voglio essere più universale” e ha cambiato il testo di Everybody Hurts».
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