Rock News
09/04/2025
Michael Stipe è il padrino della figlia di Kurt Cobain e Courtney Love, Frances Bean Cobain nata il 18 agosto 1992. La madrina invece è l’attrice Drew Barrymore. È solo un esempio del legame fortissimo tra il cantante dei REM e il leader dei Nirvana, che ha sempre detto di ammirare i REM e di aver provato (a suo parere invano) a prendere ispirazione da loro per mantenere l’autenticità e lo spirito indie anche arrivando al successo.
Michael Stipe ha anche letteralmente provato a salvare la vita a Kurt Cobain: quando è rimasto intrappolato dai suoi demoni, gli ha proposto una collaborazione («Era solo una scusa per cercare di rimanere disperatamente in contatto. Volevo trascinarlo in studio di registrazione» ha detto), gli ha mandato un biglietto aereo per New York e una macchina con autista davanti alla sua casa di Seattle, che ha aspettato per dieci ore senza ricevere nessuna risposta, neanche al telefono. L’amicizia è nata quando Peter Buck, chitarrista dei REM si è trasferito a Seattle, in una villa accanto a quella di Kurt Cobain e Courtney Love. I REM e i Nirvana si frequentano, e Michael Stipe rimane colpito dalla sensibilità e dal talento di Kurt Cobain: «Era un grande autore di canzoni ed era in una fase di transizione artistica. Aveva raggiunto la fine di un ciclo ed era pronto ad esplorare quello successivo. Sfortunatamente non ce l’ha fatta. La prima volta che l’ho visto l’ho guardato negli occhi e mi sono detto: è una persona speciale».
Secondo quanto ha rivelato in una intervista a Rolling Stone nel 1994, Kurt Cobain aveva detto chiaramente a Michael Stipe di volersi ispirare alla sua band per scrivere quello che avrebbe dovuto essere il quarto album dei Nirvana dopo Bleach del 1989, Nevermind del 1991 e In Utero del 1993: «Se dovessimo fare un altro album sarebbe etereo, acustico, come Automatic for the People dei REM. Se solo fossi capace di scrivere almeno un paio di canzoni buone come le loro. Non so come facciano, sono i migliori. Hanno gestito il successo e continuano a fare grande musica».
Nel 2014, Michael Stipe ha introdotto i Nirvana nella Rock and Roll Hall of Fame con un discorso molto appassionato, in cui ha reso omaggio al suo amico Kurt Cobain: «I Nirvana hanno definito un momento, e dato voce a tutti gli outsider: ai ragazzi omosessuali e alle ragazze grasse, a chi si sentiva come un giocattolo rotto, ai nerd timidi e ai gotici del Kentucky e del Tennessee, alla gente strana, a chi si sentiva imbarazzante e agli amanti del rock, a chi era stanco di tutto, ai ragazzini troppo intelligenti e alle vittime dei bulli. Eravamo una comunità, una generazione, e nel caso dei Nirvana più di una generazione, raccolti nell’eco di un urlo collettivo, di cui Allen Ginsberg sarebbe molto fiero».
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