Rock News
26/06/2023
Probabilmente nel mondo del rock non esiste una rivalità così profonda tra ex compagni di band (e così dolorosa per i fan) come quella che divide Roger Waters e David Gilmour dei Pink Floyd. L’autore che ha creato alcune delle opere più affascinanti di sempre, da Wish You Were Here a Echoes, dalla storia di The Dark Side of the Moon a quella di Animals, e il chitarrista che le ha portate in un’altra dimensione con il suo incredibile suono non si parlano dal 1985.
L’ultimo capitolo della storia dei Pink Floyd è l’album The Final Cut uscito il 21 marzo 1983. Il tastierista Richard Wright se ne è già andato dopo le session di The Wall per contrasti con la direzione artistica di Roger Waters, il batterista Nick Mason contribuisce solo con alcuni effetti sonori, David Gilmour non è d’accordo con la direzione presa da Waters che vuole usare cinque tracce rimaste fuori da The Wall (The Hero’s Return, The Fletcher Memorial Home, The Final Cut, One of the Few, Your Possible Past) per ampliare il discorso contro la guerra e il ricordo di suo padre, caduto nella Seconda Guerra Mondiale, sullo sfondo della assurda guerra delle Falklands scatenata in Argentina dal primo ministro conservatore Margaret Thatcher.
David Gilmour vorrebbe scrivere canzoni nuove, ma viene accusato a sua volta da Waters di non avere idee. «Gli dicevo: Roger se queste canzoni non erano abbastanza buone per The Wall, perché dovrebbero essere buone adesso? E lui mi diceva: ok, cosa hai? Io non avevo niente di pronto, avevo bisogno di un po’ di tempo per mettere giù delle idee. Siamo andati avanti così per tutte le session». La situazione arriva ad un punto di rottura nel 1984, quando secondo la leggenda dopo l’uscita dell’album solista di Roger Waters The Pros and Cons of Hitch Hiking e del secondo album solista di David Gilmour, About Face, i Pink Floyd si ritrovano a cena in un ristorante per decidere del loro futuro: David Gilmour e Nick Mason se ne vanno pensando che la band tornerà insieme dopo il tour solista di Waters, mentre Waters è convinto che i due abbiano capito che la band era finita. «La nostra capacità di comunicare era ovviamente arrivata al minimo livello. Abbiamo lasciato quell’incontro con due visioni diametralmente opposte di quello che è era stato deciso». Finiscono in tribunale, e dopo un accordo extragiudiziale (firmato si dice sulla casa galleggiante di David Gilmour, Astoria, la notte di Natale del 1987), i Pink Floyd continuano ad esistere senza Roer Waters.
L’ultima vera collaborazione creativa di Roger Waters e David Gilmour rimane quindi Comfortably Numb, il brano che chiude il primo lato di The Wall e uno dei momenti più alti e potenti della loro carriera: David Gilmour riprende una progressione di accordi che ha scritto nel 1978 con l’idea di usarla in un progetto solista, Roger Waters scrive un testo ispirato al famoso momento di panico prima di un concerto a Philadelphia nel 1977 (dopo un iniezione di tranquillanti per fermare un dolore allo stomaco si sente completamente anestetizzato e non riesce a muoversi ma deve salire sul palco: «Le due ore più lunghe della mia vita»), il produttore Bob Ezrin pensa ad un arrangiamento con l’orchestra condotta da Michael Kamen. Ma anche in questo ultimo momento di grandezza, non mancano i contrasti: «Abbiamo litigato come pazzi per Comfortably Numb. Siamo andati avanti per giorni» ha detto Gilmour. Waters voleva fare molte sovraincisioni orchestrali, Gilmour voleva mixare il pezzo in modo più scarno e con più elementi rock. Alla fine raggiungono un compromesso che funziona benissimo: l’orchestra nella parte centrale del pezzo, e una produzione minimale per l’assolo meraviglioso di chitarra.
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