Rock News
23/03/2023
Peter Gabriel è sempre stato uno degli artisti più innovativi, ambiziosi e visionari della musica inglese, e dopo aver scritto la storia della derivazione più teatrale e colta del prog-rock, e aver immaginato il futuro della contaminazione tra generi con l’etichetta Real World e il suono della world music ha anche creato insieme alla figlia Anna e all’imprenditore Michael Herman un progetto di ricerca sulle interazioni tra cervello umano e musica, come raccontato nel saggio Reverberation: cervello e musica di Keith Blanchard, di cui ha scritto l’introduzione. Alla base del suo interesse c’è un’idea che risale ai tempi di The Lamb Lies Down on Broadway, lo spettacolo del 1974 legato al sesto album dei Genesis.
«Volevamo trasformare in musica i pensieri dei musicisti» ha spiegato Peter Gabriel «Ma al tempo la tecnologia non era in grado di realizzare un simile progetto. Oggi lo è e si possono fare molte cose: possiamo diventare tutti creatori del nostro show di luci e suoni». Nonostante il suo progetto di creare un “brain show”, anche lui è preoccupato dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma ha detto: «Preferisco buttarmi nel fiume piuttosto che stare sulla riva. È una cosa che avrà un impatto ancora più vasto della Rivoluzione Industriale o la bomba nucleare. Se non iniziamo ad anticipare le possibilità di ciò che si può fare sarà troppo tardi perché è molto veloce».
Il tema su cui si discute è quello della musica prodotta dall’Intelligenza Artificiale: può avere lo stesso significato e lo stesso effetto emotivo della musica scritta dagli esseri umani? «Tutti dicono di no, ma secondo me c’è solo bisogno di un algoritmo migliore» ha detto Peter Gabriel, «È meglio abbracciare gli algoritmi e ballare con loro piuttosto che provare a combatterli». La sua conclusione però è amara: «Sfortunatamente il mio lavoro come quello di tutti gli altri non è al sicuro con l’intelligenza artificiale». Peter Gabriel ha realizzato un nuovo album intitolato “i/o”, in cui ha collaborato con un altro visionario tecnologico come Brian Eno e sta facendo uscire le canzoni come singolo ad ogni luna piena: finora sono state pubblicate Panopticom, The Court e Playing for Time. «Il mio modo di vedere il futuro dell’Intelligenza Artificiale è questo: siamo in possesso di uno strumento che può fare una serie di cose straordinarie tra cui forse, e sottolineo forse, anche proteggere la nostra cultura».
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