Rock News
16/09/2022
Mark David Chapman, l’uomo che l’8 dicembre 1980 ha assassinato John Lennon a New York rimarrà in carcere. Condannato a 20 anni, Chapman ha scontato la pena minima e secondo le legge americana ogni due anni può richiedere la libertà condizionale, che gli è stata negata per dodici volte. L’ultima richiesta è stata a fine agosto, ma il giudice l’ha negata con questa motivazione: “Il suo rilascio è incompatibile con la sicurezza della società.”
Mark David Chapman, nato in Texas nel 1955, già ricoverato in ospedale psichiatrico dopo aver tentato il suicido nel 1977, guardia giurata in un condominio alle Hawaii, seguace di sette religiose fondamentaliste e con problemi di alcolismo, inizia a sviluppare ossessioni sempre più violente. Si immerge nella lettura del romanzo Il Giovane Holden di J.D.Salinger identificandosi con il protagonista Holden Caulfield, pensa di dare un senso alla propria esistenza attaccando un personaggio famoso (nella sua lista ci sono anche il musicista Todd Rundgren, l’attrice Elizabeth Taylor e il presentatore televisivo Johnny Carson), fino a quando concentra il suo folle delirio su un obiettivo, John Lennon. “Quando ho sentito le parole della canzone God in cui dice di non credere più nei Beatles e in Dio ma solo in sé stesso e Yoko sono stato travolto dalla rabbia” ha dichiarato nelle interviste concesse al giornalista James R.Gaines.
Chapman viaggia a New York nell’ottobre e novembre 1980, si procura le munizioni ad Atlanta, poi torna alle Hawaii dove confessa alla moglie Gloria Abe di voler uccidere John Lennon. Lei lo convince a fissare una visita psichiatrica, ma il 6 dicembre 1980 Mark David Chapman sale su un aereo per New York e prende una stanza allo Sheraton Hotel. James Taylor ha raccontato di essere stato fermato da Chapman mentre usciva dalla metropolitana sulla 72esima: “Era stravolto e farneticava sul fatto di voler incontrare John Lennon” ha raccontato il cantante.
La mattina dell’8 dicembre lascia la sua stanza allo Sheraton e si piazza davanti all’entrata del Dakota Building al numero 1 di West 72nd Street, dove Lennon vive con Yoko Ono e il figlio Sean. Alle cinque del pomeriggio, John Lennon esce per andare ai Record Plant Studios. Chapman gli porge una copia dell’album Double Fantasy e gli chiede un autografo, una scena immortalata dal fotografo amatoriale Paul Goresh. Chapman chiede a Goresh e ad una fan di passare la serata con lui, ma rimane solo (in alcune occasioni ha detto che forse avrebbe rinunciato al suo intento di uccidere Lennon se avesse avuto compagnia).
Alle dieci e cinquanta di sera, John Lennon scende dalla sua auto insieme a Yoko Ono e si dirige verso l’entrata del Dakota, passando davanti a Chapman che tira fuori la sua pistola 38 Special e gli spara quattro colpi nella schiena. Si dice che abbia mormorato: “Mr.Lennon” prima di sparare. Viene arrestato mentre è seduto sui gradini del Dakota Building e legge tranquillamente la sua copia del Giovane Holden su cui ha scritto: “Questa è la mia dichiarazione.”
“Non è stato un omicidio del tutto a sangue freddo” ha dichiarato Chapman in una delle udienze, convincendo i giudici a negare sempre il suo rilascio sulla parola, “Ho provato più volte a dire a me stesso di andarmene. Mi ripetevo: “hai fatto autografare l’album, torna a casa e fallo vedere a tua moglie, andrà tutto bene. Ma ero così determinato a uccidere che niente avrebbe potuto trascinarmi via da quella casa”.
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